I predoni assaltano il bar Titolare preso a sassate

TREBASELEGHE. Spaccata ieri notte al bar “Loreta” di via Levada a S. Ambrogio, i banditi hanno rubato un carico di “bionde” e una slot machine, ritrovata vuota nel campo retrostante il locale. Il figlio della titolare, svegliato dal rumore, si è affacciato ma gli hanno lanciato un grosso sasso. Il colpo alle 2.12. Armati di mazze, zainetto sulle spalle, incappucciati e con luci agganciate alla fronte, una banda di quattro ladri ha abbattuto la vetrata del locale. Sono entrati in tre mentre uno è rimasto fuori a fare il palo. In pochi secondi i banditi hanno arraffato tutte le sigarette e rubato una delle due slot machine spaccando con la mazza la maniglia della catena che l’assicurava al muro. Non sono riusciti a prendere la seconda macchinetta perché non hanno avuto il tempo di rompere anche quella catena perché, nel frattempo, i colpi assestati e la sirena dell’allarme avevano svegliato Fabio, quarantenne figlio di Loreta Severin, la titolare. «Mio figlio dorme sopra il bar» spiega la donna, «e ha sentito battere furiosamente e parlottare. Si è affacciato alla finestra e ha visto la scena. In tre, incappucciati e con le pile sulla fronte, si apprestavano a rientrare per un altro carico dopo aver fatto un primo giro. Fabio si è messo a urlare ma loro gli hanno risposto tirandogli addosso un grosso sasso e sono scappati con quello che erano riusciti a prendere. Per fortuna è riuscito a scansarsi e non lo hanno colpito». Nella fuga i ladri si sono trascinati la slot machine ma hanno abbandonato sul posto una mazza, messa sotto sequestro dai carabinieri della Compagnia di Cittadella, giunti celermente in via Levada. L’intero assalto è stato ripreso dalle telecamere dell’impianto di cui il locale è dotato. La slot trafugata è stata poi ritrovata, sventrata e priva del denaro contenuto.

Il valore delle sigarette rubate, una cinquantina di stecche, si aggira invece sugli oltre 2 mila euro. «Avevo fatto il carico martedì, per fortuna ne avevo prese poche» afferma la titolare, «posso solo dire che “loro” lavorano tranquillamente senza problemi, siamo noi che abbiamo paura di loro e non loro di noi. Mio figlio li ha sentiti parlare e pensa siano stranieri». È il secondo furto per il bar patisce in pochi anni, ad attirare l’attenzione dei ladri ancora una volta le macchinette.

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