I venetisti: «Questo giudizio è una farsa»

Erano un centinaio i venetisti presenti in tribunale ieri pomeriggio a sostenere Walter Onichini. Una decina sono entrati in aula e in silenzio hanno ascoltato l’udienza, gli altri sono rimasti all’es...

Erano un centinaio i venetisti presenti in tribunale ieri pomeriggio a sostenere Walter Onichini. Una decina sono entrati in aula e in silenzio hanno ascoltato l’udienza, gli altri sono rimasti all’esterno del Palazzo di giustizia a sventolare bandiere venete, anche della Life “Liberi imprenditori federalisti europei”, con cartelli che lasciavano ben poco spazio all’immaginazione: “Basta ladri in casa”, “La legge non è uguale per tutti” e “Una giustizia debole con i forti e forte con i deboli”. «Mi pare che questo sia un processo farsa» attacca Gaetano Ferrieri di Veneto Indipendente «lo si è visto dalle prima testimonianze. Un carabiniere ha detto che l’Audi di Onichini era con il motore acceso e con lo sportello aperto e l’altro ha detto di ricordarsela con il motore spento e lo sportello chiuso. Poi a mio parere c’è stato un depistaggio del pubblico ministero quando ha fatto la domanda se per la strada che aveva percorso Onichini si andava a Padova o meno. Certo che si arrivava a Padova. Poi c’è una cosa che è inaccettabile, il fatto che il ferito chieda un risarcimento di 370 mila euro. Per noi italiani ci sono delle tabelle da applicare, anche in caso di infortuni sul lavoro che comportino inabilità. E un ladro che entra nella casa di una famiglia che sta dormendo, dove c’è un bambino di pochi anni, chiede un risarcimento perché è stato ferito: è inaccettabile». Oltre a Ferrieri c’erano Lucio Chiavegato e Barbara Benini con tanti ragazzi del gruppo, altri di Indipendenza Veneta con Ruggero Zigliotto e Giacomo Mirto di Siamo Veneto.

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