I vigontini “scappano” dall’Usl 15

Due su tre quando devono farsi operare vanno altrove, specialmente a Padova. Il Pd solleva il caso
PD 19/11/02 G.M. SCUOLA ELEMENTARE FOGAZZARO. CLAUDIO SINIGAGLIA (SALMASO)
PD 19/11/02 G.M. SCUOLA ELEMENTARE FOGAZZARO. CLAUDIO SINIGAGLIA (SALMASO)

VIGONZA. Il 63 per cento dei vigontini si è fatto operare in una Usl che non è la 15 Alta Padovana. Questo il dato fornito Claudio Sinigaglia, responsabile della sanità in Veneto del Partito democratico e vice presidente della Commissione regionale sanità. 3.196 sono i vigontini operati nel 2010. Ma solo 1.188 si sono sottoposti all’operazione nell’Usl 15: 1.091 nel presidio di Camposampiero, 97 a Cittadella. «In 1.020 hanno scelto l’Azienda Ospedaliera di Padova» ha detto Sinigaglia «112 il Sant’Antonio. Gli altri sono andati in altri ospedali. La fuga da Vigonza è la più elevata di tutta l’Usl 15. Se a questo dato si aggiunge l’indice di Villafranca e Vigodarzere, 57 per cento e 51 per cento, si ha un chiaro indicatore: i cittadini vogliono ricoverarsi a Padova». Sinigaglia ha poi ricordato che solo pochi mesi fa il sindaco Nunzio Tacchetto sventolava un accordo con quattro aziende ospedaliere. «La stipula del 7 marzo scorso diceva che i pazienti residenti ai confini tra le Usl secondo i criteri della facilità di accesso potevano scegliere in che ospedale andare. Un accordo completamente disatteso» ha accusato Sinigaglia «ci sono firme e impegni, ma non è avvenuto che il paziente si sia potuto ricoverare dove ha voluto. Di fronte a una situazione del genere non possiamo stare in silenzio. Chiediamo l’applicazione e il superamento di quell’accordo». Il consigliere regionale Piero Ruzzante ha rincarato la dose: «È avvenuto ciò che avevamo detto in campagna elettorale. Qui siamo davanti a un’opinione pubblica assolutamente prevalente, sorprende che chi è al governo di Vigonza non recepisca questa richiesta». Il segretario di sezione Maurizio Pilotto ha portato l’esempio di vigontini che in urgenza sono stati trasportati dal 118 a Padova, ma dopo pochi giorni sono stati trasferiti a Cittadella. Un’altra richiesta riguarda la possibilità di accedere alle visite specialistiche urgenti altrove, perché non vengono riconosciute le priorità stabilite dal medico di base al di fuori dalla propria Usl.

Giusy Andreoli

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