«Il Bai Li diventerà il solito bazar cinese»

CONSELVE. L’ipotesi di un bazar cinese all’ingresso della zona industriale, giusto dietro al centro commerciale Lando, scatena le ire dei commercianti, conselvani e non solo, che le settimane scorse avevano duramente contestato la scelta del Comune di concedere il cambio di destinazione d’uso al capannone artigianale di via dell’Industria. «Bai Li market»: pare che l’annunciato negozio di elettronica lasci il posto ad uno dei tanti bazar cinesi in cui sarà possibile trovare di tutto, dall’abbigliamento agli oggetti per la casa, ovviamente “low cost”. Di «Bai Li market» ne esistono due in provincia di Pordenone, a Fiume Veneto accanto ad un cinema e a Prata lungo la statale. Nel Padovano c’è uno store cinese di medie dimensioni a Veggiano, anche questo accanto all’Iperlando, mentre un altro punto si trova a Legnaro, a fianco del Billa. La strategia dei commercianti con gli occhi a mandorla è chiara: aprire in zone decentrate ma vicino a poli di attrazione di clientela come centri commerciali e cinema multisala. Meglio se sfruttando spazi liberi o capannoni vuoti.
Per l’Ascom quanto sta succedendo a Conselve potrebbe rappresentare un precedente allarmante. «Quella del Comune di Conselve è una scelta scellerata e suicida», afferma senza mezzi termini Franco Pasqualetti, vice presidente provinciale dell’Ascom. «In cambio di un immediato beneficio economico l’amministrazione concede una destinazione d’uso commerciale ad uno spazio nato come artigianale. Ma questa strategia potrebbe comportare la morte di diversi negozi del centro storico, attività che oltre a versare i tributi comunali tengono vive le strade e le piazze di Conselve, centro destinato altrimenti a diventare un dormitorio». Il mese scorso ha chiuso i battenti Berto Abbigliamento, storica attività in pieno centro, e secondo l’Ascom lo sbarco dei cinesi in zona industriale avrà pesanti conseguenze. «Lo stesso centro commerciale Lando ha degli spazi vuoti, a causa della crisi» continua Pasqualetti «quindi non si sentiva proprio il bisogno di un market cinese. Il sindaco Ruzzon invece che favorire questo genere di attività che distruggono il tessuto economico cittadino dovrebbe impegnarsi per proteggere le attività commerciali del centro, come del resto invita a fare anche la Regione».
Nicola Stievano
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