Il Bo si costituisce parte civile nel processo al professor Litta

Tra le parti lese, nel processo a Pietro Salvatore Litta, ora c’è anche l’Università di Padova, che in occasione dell’udienza del 16 gennaio scorso si è costituita parte civile. L’ateneo era stato citato a comparire al solo scopo di esercitare la facoltà di costituirsi parte civile, per chiedere il risarcimento del danno. E così è stato: l’incarico di rappresentare il Bo è stato affidato al professor Riccardo Borsari, avvocato e docente di seconda fascia, di cui ieri il consiglio di amministrazione ha ufficializzato la nomina a difensore durante il processo.
Le indagini sul professor Litta, 68 anni, ginecologo di fama internazionale, nascono in seguito ad un filmato trasmesso dal programma Petrolio, in onda su Rai Uno. Nel video integrale, acquisito in un secondo momento dagli uomini della Squadra di polizia giudiziaria della Procura, ci sarebbe la prova del reato commesso dal professore: si parla di peculato e truffa.
L’accusa, infatti, è quella di aver intascato in nero soldi che sarebbero dovuti confluire nelle casse dell’Azienda ospedaliera e di aver visitato pazienti privatamente mentre figurava al lavoro in ospedale.
Durante l’udienza di metà gennaio davanti al gup padovano Elena Lazzarin, è arrivata la richiesta ufficiale formulata dalla difesa, il professor Alberto Berardi: Litta vuole essere interrogato, e così l’udienza è stata rinviata al 12 maggio.
Sempre ieri, il consiglio di amministrazione dell’Università di Padova ha inoltre deliberato di accettare una proposta di donazione da parte dell’Associazione italiana contro le leucemie (Ail) per complessivi 91mila euro. Fondi che saranno utilizzati dall’ateneo per sostenere i ricercatori del dipartimento di Medicina, e in particolare a rinnovare delle borse di studio per attività di ricerca attualmente in essere nell’unità operativa di Ematologia, diretta dal professor Gianpietro Semenzato. —
Silvia Quaranta
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