Il botulino ha finito di uccidere i bovini Stalla dissequestrata

TREBASELEGHE. È stato dissequestrato ieri l’allevamento di vacche da latte dove si era verificata una morìa di bovini provocata dal botulino. Il Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Usl 15 Alta Padovana ha verificato che dal punto di vista epidemiologico la situazione è risolta: da una settimana non si ammala nessun animale. Dunque non c’è più l’esigenza di mantenere l’isolamento e il latte può ricominciare a essere commercializzato. Anche nelle rivendite di latte crudo di Trebaseleghe e di Martellago (Ve).
I veterinari dell’Usl, per sicurezza, continueranno comunque a monitorare l’allevamento per un periodo di tempo relativamente lungo, facendo controlli periodici sugli alimenti e sulle bestie. Il bilancio del danno, per l’azienda zootecnica, è ingente. Delle 180 vacche da latte allevate, ne sono morte 69. E se si considera che una vacca produttrice di latte sul mercato viene quotata mediamente 2.500 euro, il conto è presto fatto: 170 mila euro. Senza contare lo stop di una quindicina di giorni nella produzione e quindi nella vendita del latte.
Importante, a questo punto, sarebbe la mobilitazione delle associazioni di categoria e degli stessi allevatori. Qualcuno si era già rivolto al sindaco di Trebaseleghe Lorenzo Zanon per dare un aiuto allo sfortunato allevatore.
L’epidemia si era manifestata una quindicina di giorni fa con l’improvvisa morìa del bestiame. I prelievi fatti dal personale dell’Usl avevano riscontrato che le vacche erano morte avvelenate dalla tossina botulinica, ingerita con il fieno contaminato.
L’ipotesi più probabile era che un animale infetto, forse un riccio o un topo, fosse stato inglobato in una rotoballa di fieno, trovandovi l’ambiente adatto a sviluppare la tossina mortale. Il fieno, triturato nel miscelatore, era stato poi dato da mangiare ai bovini, facendone morire oltre un terzo.
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