Il caso a Padova: si risveglia dopo una lesione cerebrale e parla con accento slavo

Il rarissimo caso studiato dall'Università: la "Sindrome da accento straniero" aggiunge dubbi sul funzionamento del nostro cervello
15/04/2019 Roma. Presentazione del film Ma cosa ci dice il cervello, nella foto il regista Riccardo Milani con la moglie Paola Cortellesi
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PADOVA. Il primo caso in Italia della Sindrome da accento straniero è stato registrato in un paziente che, risvegliato dopo una lesione cerebrale, ha presentato un accento slavo. Colpito un 50enne italiano circa tre anni fa e studiato dal team guidato da Konstantinos Priftis del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova.

In tutta la letteratura medica sull’argomento, dal 1800 a oggi, su 115 casi si contano 112 pazienti con lesione all’emisfero cerebrale sinistro con insorgenza di sindrome da accento straniero al risveglio, solo 3 persone colpite da ictus all’emisfero cerebrale destro sempre con sindrome da accento straniero al risveglio.

Quello recentemente pubblicato dal team di ricerca padovano-bergamasco è uno dei rarissimi tre e il primo in Italia.

«A differenza di tutta la casistica riportata in letteratura negli ultimi 220 anni il paziente italiano con lesione emisferica destra e sindrome da accento straniero al risveglio è stato approfonditamente studiato per tre anni attraverso un’analisi longitudinale complessa - dicono Konstantinos Priftis e Lorella Algeri -. Il paziente, assolutamente guarito da un punto di vista clinico, ha acquisito al risveglio un accento e cadenza di origine slava sebbene non abbia mai soggiornato in paesi con caratteristiche fonetiche di tale area geografica e non abbia avuto contatti duraturi con persone di quelle regioni. La particolarità del caso è dovuta al fatto che l’area corticale posta nel lobo frontale sinistro sia quella cruciale per la produzione del linguaggio, mentre il paziente è stato colpito da ictus nella parte destra».

La ricerca intitolata «Acquired neurogenic foreign accent syndrome after right-hemisphere lesion with left cerebellar diaschisis: A longitudinal study» è stata pubblicato sulla rivista «Cortex».

Le possibili risposte della scienza

<Il caso di Padova rappresenta una ulteriore prova dell’incredibile variabilità del cervello umano». Così Antonio Cerasa, neuroscienziato del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha commentato con l’AGI il caso di un paziente del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, a cui è stata diagnosticata la Sindrome da accento straniero a seguito di una lesione cerebrale.

«Quello che è importante sottolineare - prosegue l’esperto - è che non si tratta dell’acquisizione di una nuova lingua, quanto piuttosto di una serie di caratteristiche che portano il paziente a formulare le espressioni linguistiche con alterazioni fonetiche che ricordano l’accento slavo».  

Il ricercatore spiega che questi casi si verificano a seguito di traumi cerebrali o ictus, che provocano difficoltà nella pronuncia e nell’articolazione. «Possiamo pensare al cervello come a un insieme di hub aeroportuali - continua Cerasa -, ci sono zone responsabili di diverse funzioni, e aree in cui invece vengono svolte funzioni singole. Se si verifica un malfunzionamento in uno degli hub è necessario un riadattamento delle specifiche. Questo è esattamente quello che accade in questi casi: le facoltà linguistiche si sviluppano in diverse aree, responsabili dell’articolazione, dei movimenti della lingua e della laringe, dell’ascolto. Una delle aree maggiormente responsabili di queste funzioni è il cervelletto, che coordina sia i movimenti, che i pensieri, ma soprattutto le parole. Nel caso del paziente di Padova si è verificato un cambiamento del funzionamento del cervelletto».

L’esperto aggiunge che sono in corso diversi studi orientati a spiegare questi fenomeni, e che uno dei principali esperti in Italia è il neurolinguista Andrea Marini, docente presso l’Università di Udine.

«Quando le aree del cervello modificano la propria attività elettrica - conclude Cerasa - in rarissimi casi si verificano questi fenomeni, per cui l’accento che deriva dagli errori di articolazione ricorda un’altra lingua. Questo non pregiudica la bellezza della scoperta, che anzi rappresenta un eccezionale esempio della variabilità umana. Se replicassimo infatti la stessa identica lesione in migliaia di individui, molto probabilmente non troveremmo mai un disturbo come la Sindrome da accento straniero, questo ci fa capire l’incredibile variabilità della mente umana. Oggi sono in corso diversi studi per cercare nuove forme di terapia per riabilitare questa forma di disturbo neurologico».

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