Il “caso Maurantonio” verso l’archiviazione

PADOVA. La Procura ha chiesto l'archiviazione sul caso di Domenico Maurantonio, il diciannovenne del liceo Nievo morto il 10 maggio del 2015 dopo essere precipitato dalla finestra dell'hotel di Milano dov'era in gita scolastica. E' successo nelle ultime settimane, tanto che il legale della famiglia Maurantonio, l'avvocato Eraldo Stefani, ha già presentato la richiesta di opposizione.
I pubblici ministeri Giancarla Serafini e Alberto Nobili a ottobre avevano chiesto al giudice per le indagini preliminari l'apertura dell'incidente probatorio, per chiarire le cause della caduta di Domenico da una finestra del quinto piano dell'hotel dove alloggiava insieme alla sua classe. Ma il gip l'aveva negato ritenendo che non ci fosse bisogno di acquisire ulteriori elementi di indagine.
E così si è giunti alla richiesta di archiviazione, a cui dopo i venti giorni canonici ha presentato opposizione il legale dei Maurantonio. Ora l'ultima parola spetterà nuovamente al giudice per le indagini preliminari, che deciderà se archiviare il caso, com'è probabile, ordinare ulteriori indagini, o emettere un'ordinanza di imputazione coatta. Ipotesi, le ultime due, estremamente improbabili visto come si sono svolti i fatti finora.
Nel corso di un anno e mezzo di indagini, svolte principalmente dalla squadra Mobile di Padova, in cui sono stati sentiti più volte i compagni di classe e di stanza di Domenico, non è emerso il ruolo di terze persone. I periti scelti dai pubblici ministeri e coordinati dal super-consulente medico Marzio Capra, imputano possibili cause della morte del giovane il suicidio o una caduta accidentale, forse per un malore.
Opposta invece la ricostruzione dei periti nominati dalla famiglia del diciannovenne, sostenuta da faldoni di migliaia di pagine consegnati in Procura, che mette in evidenza come Domenico fosse stato tenuto da qualcuno per le gambe e fosse rimasto sospeso a testa in giù nel vuoto prima di precipitare.
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