Il Cineplex non esce dalla quarantena. Multisala chiusa, zona nel pieno degrado

DUE CARRARE
La segreteria telefonica replica da sette mesi la stessa cantilena: «Come da ordinanza regionale il cinema rimarrà chiuso fino all’8 marzo». I grande cartelloni appesi fuori dal cinema annunciano il nuovo film in programmazione: “No time to die”, ennesimo capitolo della saga 007. Giorno d’uscita, 9 aprile. Sei mesi fa. E il film, in realtà, è stato pure rinviato. Il Cineplex Dream Park di Due Carrare è rimasto fermo a sette mesi fa e, purtroppo, sembra non avere domani.
La più grande multisala a sud di Padova è chiusa dal 23 febbraio. Nessun aggiornamento sulla possibile riapertura arriva dal sito ufficiale o dalla pagina Facebook della struttura.
Ogni richiesta di informazioni cade nel vuoto: si può scrivere in Messenger, si può inviare una mail all’indirizzo ufficiale, contattare l’ufficio marketing o cercare appiglio alla Massimo Ferrero Cinemas – società che gestisce la multisala – ma la risposta è sempre la stessa: il silenzio.
La stessa società, in mano al presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, pare avere più di qualche problema in giro per l’Italia: su otto multisale sparse per la penisola, hanno riaperto solo quella di Pontedera (Pisa) e due romane (Adriano Atlantic), mentre tutto tace a Due Carrare, Bologna, Ragusa e in altre due strutture della capitale.
Il Cineplex, una delle prime multisale venete (nata nel 2001), resta immobile nel suo silenzio. Nel buio di una zona ormai quasi del tutto spenta – resistono stoicamente i pub I Dissidenti e Re di Mezzo – avanza invece inesorabile il degrado.
I cartelloni pubblicitari sempre più sbiaditi guardano dall’alto l’erba infestante che si sta appropriando del parcheggio, le aiuole che ormai straripano, i lampioni del parcheggio abbattuti e i cestini davanti all’ingresso ormai saturi di rifiuti. Segno che il cinema è rimasto chiuso, certo, ma che è anche mancata la manutenzione e con essa ogni attenzione a preservare l’area.
Vicini di casa – ormai solo i pub – e associazioni di categoria non hanno notizie in merito a prossime riaperture del Cineplex, che cronicamente ha vissuto periodi di declino e annunciati tracolli. I fatti degli ultimi mesi non fanno ben sperare e hanno radici ben più in là del lockdown.
L’8 gennaio scorso era fallita la Abaco 101 srl di Michela Ferrero, figlia di Massimo, società proprietaria del cinema. Due anni fa la Cinemax srl, titolare dello stabile, aveva portato i libri in tribunale condannando l’immobile all’asta pubblica. Sono inoltre ben noti i problemi nazionali della Eleven Finance, la società di Ferrero al vertice del gruppo. La mancata riapertura del Cineplex può inoltre essere legata alla mancanza del “prodotto”: è noto come le multisale vivano soprattutto di pellicole Usa, quasi tutte rinviate al 2021. Beghe o non beghe, se non ci saranno nuovi interventi governativi, a metà novembre terminerà anche la cassa integrazione per i dipendenti e i nodi verranno inevitabilmente al pettine.
Nella nostra provincia, considerando anche la città, il 90% delle sale ha riaperto. Non c’è chiaramente il rischio sold-out, ma l’affezione per il grande schermo pare a un ritorno di pulsazioni.
Tra i primi a riaprire, il 19 agosto, è stato il The Space Cinema di Limena, la multisala più importante del Padovano: «Siamo tra i primissimi cinema in Italia per numero di presenze» confermano dalla struttura «Risultato, questo, che è sinonimo di fiducia reciproca e frutto di un lavoro di coinvolgimento esistente da tempo tra il multisala e il pubblico, che non si è fermato nemmeno in questo momento così delicato».
Anche dalla Itaca srl, la società che gestisce l’Astra e il Porto Astra a Padova, si percepiscono timidi segnali positivi: «Sappiamo che c’è un deserto da attraversare, ma i numeri potevano essere anche più drammatici. Arriviamo ad esempio da un martedì con 100 spettatori all’Astra, numeri magri per un pre-Covid ma assolutamente incoraggianti in un periodo come questo». Certo, il ritorno a restrizioni sarebbe drammatico. –
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