Il cippo dell’Olmo ricorda l’ultima bomba su Padova

Si trova in corso Stati Uniti a Camin, su un’arida aiuola, sopra un cumulo di pietre I bombardamenti in città durante la Grande Guerra provocarono 129 morti

CAMIN. È quasi una leggenda, ma a testimoniarla c’è ancora uno strano cippo, conosciuto e ricordato quasi esclusivamente dagli abitanti del quartiere: nella zona di Camin, lungo corso Stati Uniti, c’è una zona detta “dell’Olmo”, dal nome di una trattoria ormai scomparsa. Lì, proprio di fronte all’hotel Tulip Inn, nel mezzo di un’arida aiuola, posa, sopra un cumulo di pietre, un cippo dall’aria dimessa. Ricorda una bomba caduta sulla città, e non una caso, perché si dice sia stata l’ultima della Grande Guerra.

Le parole incise sono ormai quasi scomparse e, più che leggersi, s’intuiscono: «Qui, la notte tra il 13 e il 14 settembre 1918, oramai soccombente, il barbaro nemico per l’ultima volta volò su Padova e qui cadde l’ultima sua bomba, che per fortuna vittime non fece». Forse il ricordo di quel drammatico evento, o forse il sospiro di sollievo per il pericolo scampato, spinsero la gente del quartiere a ricordarlo, con una stele alla memoria. Il luogo reale della caduta della bomba, in realtà, non è proprio dove si trova oggi, ma al centro del campo sul retro dell’hotel: il cippo stesso fu spostato quando vennero fatti i lavori di realizzazione della zona industriale. Quello caduto ricordato dal “cippo dell'olmo” fu l’ultimo dei 19 bombardamenti che colpirono la città: è stato accertato lo sgancio di almeno 912 bombe, di differenti calibri. Una, inesplosa, alta 2,75 m e del peso di 290 chilogrammi, è conservata al Museo Civico del Risorgimento e dell’Età Contemporanea. La prima incursione aerea su Padova, durante la Grande Guerra, risale al 9 aprile del 1916. Cadde una sola bomba: il primo edificio a essere colpito, alle 11.45, fu il civico 31 di via Savonarola, nei pressi di ponte Molino.

La distanza dal fronte e la devozione a Sant’Antonio, fino ad allora, aveva lasciato nei cittadini l’illusione di essere al sicuro, nonostante la guerra. Ma il primo bombardamento distrusse l’illusione: seguirono altre incursioni, causando non solo danni alle abitazioni e pochi feriti, ma anche i primi morti. Iniziò il pellegrinaggio di intere famiglie che, verso sera, si incolonnavano sulle vie che conducevano fuori città, portandosi dietro materassi e coperte, per farvi ritorno al mattino. Al termine della guerra la città contò 129 morti sotto le bombe, 108 feriti e 211 edifici danneggiati.

Silvia Quaranta

MONUMENTI GRANDE GUERRA

MANDA LE TUE FOTO

www.mattinopadova.it

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova