Il laboratorio della Capua non entra nella Torre della Ricerca. Zaia: «Sono incazzato. E' uno scandalo»

Il governatore non risparmia critiche all’Istituto Zooprofilattico delle Venezia per il «no» al trasferimento della virologa nella struttura della Città della Speranza per cui la Regione ha investito 3 milioni
SALMASO - INAUGURAZIONE TORRE DELLA RICERCA - ILARIA CAPUA
SALMASO - INAUGURAZIONE TORRE DELLA RICERCA - ILARIA CAPUA

PADOVA. «Sono indignato: anzi no, scrivete pure che sono "incazzato" perché tale mi sento». Il presidente della giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, reagisce così al «no», contenuto in una lettera di quattro pagne a firma del direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Igino Andrighetto, all’insediamento della ricercatrice Ilaria Capua nei laboratori della Torre della Ricerca promossa dalla Città della Speranza in zona industriale. «È necessaria - si legge nel passaggio finale della complicata missiva, riguardo alla quale lo stesso Zaia ha ammesso di fare fatica a comprendere per intero il senso - una diversa progettualità».

«Avevamo già deciso di dedicarle due progetti - replica ora Zaia - e mi batterò fino in fondo perché la dottoressa Capua, una delle più importanti ricercatrici a livello internazionale nel campo delle malattie di derivazione animale, che costituiscono l’80% delle malattie, si possa insediare alla Città della Speranza». «Spero - conclude il governatore - che l’Istituto, che ha una sua autonomia, si ravveda, perché è scandalosa una simile presa di posizione dopo due anni e mezzo di discussione. Il Veneto vuole Ilaria Capua alla Torre della Ricerca, anche per dare un segnale ai tanti ragazzi che contribuiscono alla fuga di cervelli all’estero. E non è mai stato un problema di fondi, guai a chi lo dice».

Se la diretta interessata al momento preferisce non esprimersi sulla vicenda, Zaia è davvero intenzionato a non mollare la presa sull'Istituto Zooprofilattico di Legnaro, dove attualmente è impegnata la virologa "contesa": «Non passa così: è l’ennesima brutta figura». E spiega perché,  ricordando che soci dello Zooprofilattico sono la Regione Veneto, che ha una quota predominante, le Province di Trento e Bolzano, la Regione Friuli Venezia-Giulia e il ministero dell'Università e della Ricerca scientifica: «Due anni e mezzo fa abbiamo convenuto di lavorare tutti assieme perché Capua con i suoi collaboratori potesse andare a lavorare nella Torre della Ricerca come dipendente dello Zooprofilattico. Questo per farle continuare l’attività in una struttura in cui ci sono 400 ricercatori che studiano le malattie umane, in particolare quelle dei bambini».

Per garantirsi due piani della struttura la Regione ha stanziato 3 milioni di euro. Capua avrebbe dovuto continuare in questi spazi gli studi che le hanno valso fama internazionale nel campo delle zoonosi, ovvero le malattie e i virus trasmessi dagli animali all’uomo, come l’aviaria. «Lo stop dello Zooprofilattico al passaggio a Padova di Capua - commenta il governatore - rappresenta un brutto segnale: in un momento in cui si discute delle fughe dei cervelli all’estero noi volevamo dare un segnale, visto che il suo staff è formato da ricercatori giovani». A Zaia non sono piaciuti i "paletti" posti dallo Zooprofilattico al trasferimento, in particolare il carattere temporaneo (in attesa della realizzazione della nuova struttura di ricerca di Legnaro) del nuovo incarico padovano. «Ho l’impressione che ci sia poca volontà di fare questa operazione - conclude - Quando abbiamo due piani attrezzati perchè dobbiamo farla tornare a Legnaro? Mi sembrano cose irragionevoli».

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