Il Mercatone Uno resta chiuso ma c’è il via libera alla Cigs

Si accende la speranza per i 36 dipendenti del punto vendita di Noventana Nominati i commissari straordinari. Del Vecchio: «Ora intervenga la Regione»
BELLUCO.PROTESTA LAVORATORI MERCATONE UNO NOVENTA PADOVANA
BELLUCO.PROTESTA LAVORATORI MERCATONE UNO NOVENTA PADOVANA



NOVENTA PADOVA. Si accende la speranza per i 36 lavoratori, la maggior parte donne, del Mercatone Uno di via Noventana 194, chiuso dal 24 maggio. E questo in seguito alla riunione che si è tenuta ieri al Mise alla presenza del sottosegretario Davide Crippa, cui hanno partecipato anche il rappresentante della Regione Veneto Mattia Losego e i sindacalisti veneti di Filcams, Fisascat ed Uiltucs. I rappresentanti del governo hanno ufficializzato i nomi dei tre nuovi commissari straordinari, estratti a sorte dall’elenco di quelli che si erano dimostrati disponibili. Sono Giuseppe Farchione, commercialista di Pescara, l’avvocato romano Luca Gratteri ed Antonio Cattaneo di Lecco. Tra i presenti anche Massimo Del Vecchio, della Uiltucs di Padova, che ha ricordato ai tecnici del Mise che il 10 giugno scorso i 130 lavoratori delle sedi venete (con Noventa anche Occhiobello, Legnago e Carrè) non hanno ricevuto lo stipendio. Perciò con nuovi commissari, sarà urgente offrire una garanzia economica ai dipendenti dell’ex Shernon Holding, che aveva acquistato 55 punti vendita del Mercatone Uno. Il contributo economico potrebbe arrivare dalla cassa integrazione straordinaria qualora la Regione lo anticipasse. Infatti l’Emilia Romagna, dove è stato aperto da Romano Cenni il primo Mercatone Uno, ha già stanziato i primi 150.000 euro per venire incontro ai bisogni dei lavoratori. L’incontro romano è durato sino a tardi ma sono trapelate alcune indiscrezioni.

«Per motivi procedurali, connessi alla nuova amministrazione straordinaria, anche la sede di Noventana non potrà essere aperta nei prossimi giorni» sottolinea il sindacalista Del Vecchio «Invece, a Roma, abbiamo ottenuto buone notizie per quanto riguarda la somministrazione della cassa integrazione in tempi brevi ed il recupero delle ore di lavoro perdute dai dipendenti nel momento in cui sono stati costretti a lavorare meno ore alla settimana durante la gestione della Shernon Holding. Intanto l’amministratore delegato della Shernon Holding, l’italo-svizzero Aldero Rigoni, è indagato per bancarotta fraudolenta. A livello territoriale, poi, sarà fondamentale il ruolo della Regione Veneto, alla luce dell’impegno istituzionale preso dall’assessore Elena Donazzan che ha promesso ai lavoratori di bloccare, attraverso le banche locali, i mutui contratti dai dipendenti rimasti disoccupati. Insomma non possiamo ritenere l’incontro di ieri del tutto soddisfacente, ma lo dobbiamo ugualmente considerare un passo avanti in questa brutta vicenda, dove appare sempre più chiaro che la vecchia amministrazione straordinaria ha sbagliato a vendere 55 punti vendita (altri 13 sono stati ceduti alla Globo, ndr) alla Shernon, società formata anche da capitali polacchi e turchi, con sede iniziale a La Valletta, che, in soli nove mesi, ha accumulato debiti per 90 milioni di euro». —

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