Il mistero delle auto rigate, prof sotto accusa

PADOVA. Auto rigate e imbrattate nel cortile dell’istituto tecnico Einaudi durante l’anno scolastico. Con relative denunce contro ignoti. Almeno un paio sporte alla stazione dei carabinieri di Prato della Valle. Una a Legnaro. Un’altra, la più circostanziata, invece, in quella di Noventa Padovana. Una vicenda che preoccupa bidelli e docenti dell’istituto tecnico che si sentono nel mirino senza sapere il perché.
In questa storia, per ora non c’è alcun indagato, sebbene di aula in aula cominci a serpeggiare qualche sospetto. Ovvero che l’autore degli atti vandalici possa essere una prof. Si parla di un filmato che la riprenderebbe, tuttavia nessuno si espone e la vicenda si trasforma in un piccolo mistero.
L’unica che sembra non preoccuparsi è proprio lei, la prof, che declina ogni tipo di responsabilità: «Io non ho nulla a che fare con le auto rigate nel cortile della scuola, anzi una volta ho trovato imbrattata anche la mia, avevano dipinto un sole giallo sulla portiera», spiega l’insegnante. La sua posizione non è diversa da quella di altri docenti che si sono trovati l’auto rigata o imbrattata.
Nessuno in istituto ha voglia di parlare, tanto meno mettendoci la faccia. Tutto quindi rimane fumoso. C’è chi dice addirittura che i veicoli danneggiati sarebbero una trentina. Auto non solo di proprietà dei docenti ma, come detto, anche di bidelli: «Anch’io mi sono unita agli altri professori nel denunciare l’ accaduto, visto che io stessa ne sono stata vittima», aggiunge la donna, un po’ scocciata.
«Si trattava di una denuncia contro ignoti (come tutte quelle sporte dai carabinieri ndr) perché ancora oggi non conosciamo gli autori». La prof poi prova a dare una spiegazione al mistero, spostando i sospetti su persone estranee alla scuola: «Diverse volte è stata vista da me, ma anche da altri insegnanti, un’auto scura che a tutta velocità sfrecciava dentro al cortile. Entrava dal cancello e poi usciva molto velocemente, quasi a controllare la situazione. Dentro c’erano tre ragazzi, non so dire se italiani o stranieri come non so dire se fossero della scuola o meno. Però sono piuttosto arrabbiata per il fatto che qualcuno abbiamo fatto il mio nome. Ma sono tranquilla. Non c’entro. In questa scuola sto bene e oltre ad aver curato diversi progetti con gli studenti, molto apprezzati non solo all’interno della scuola, ho sempre cercato di non alimentare problemi. Una volta in palestra mi sono spariti 100 euro dalla borsetta, ma non ho detto nulla per il quieto vivere. Io sono fatta così».
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