Il mondo a rovescio di “Psychiatric Circus”

PADOVA. Sconsigliato ai minori di 14 anni, vestito da circo ma con un’anima horror, certo di poter riempire un teatro tenda per dieci giorni di fila a Padova e subito dopo per due settimane a Mestre pescando nell’ampio bacino degli appassionati del genere, debutta a Padova venerdì “Psychiatric Circus”, il per ora difficilmente definibile spettacolo della famiglia circense Bellucci-Medini, con produzione di Loredana Bellucci e regia di Daniele Volpin.
In scena ci saranno sicuramente degli attori: primo tra tutti, Gianni Risola che viene dal teatro e che, con addosso un camice bianco su un clergyman nero, farà la parte del dottor Josef (ogni riferimento a Mengele è puramente voluto), responsabile del manicomio Bergen (ogni riferimento al campo di concentramento di Bergen-Belsen è assolutamente voluto), dove le parti si confondono fino a non capire più da che parte stanno - se dentro, se fuori - e soprattutto chi sono i matti. Ci sono gli acrobati: parte italiani, parte provenienti dalla scuola di Bucarest; tutti con esperienze europee di circo teatro con le più blasonate compagnie, riuniti in una classica “famiglia allargata” circense sotto la regia di Daniele Volpin.
Dice Volpin che il debutto padovano è un omaggio alla figura di Franco Basaglia: «Veneziano, certo, ma è all’Università di Padova che ha studiato e si è formato». E dunque la follia è il filo conduttore, estremo e inquietante, a partire da trucchi e costumi per finire alle coreografie firmate da Alice Aquino. Un breve saggio di quello che lo spettacolo sarà, mette in luce le grandi qualità di attori che questi acrobati hanno: urla, compulsioni e sguardi rendono presto l’aria irrespirabile sotto il tendone.
Attori e grandi acrobati: anche qui, basta un saggio per restare a bocca aperta, in un crescendo che va dalla giocoleria alle funi, alle danze sospesi nell’aria. Se gli appassionati di circo potrebbero mettersi in fila per assistere a un numero che pochissimi al mondo sanno fare - la camminata a testa in giù a metri e metri di altezza - la coda forse si ridurrà quando si saprà in giro che a passeggiare in tale fattezza è un’acrobata vestita da suora, e marcia lentamente verso una croce giocoforza rovesciata come lei.
Si vedrà un suicidio, conseguenza della violenza subita da una paziente da parte di un infermiere destinato a sua volta alla follia; difficile restare indifferenti di fronte all’acrobata che interpreta la donna-bambina folle con la bambola tra le braccia.
È la nuova frontiera, dicono, il circo horror. Rari esempi nel mondo, ma con seguiti impressionanti. Cose per estimatori, anche se il regista Volpin punta alla larga scala: «L’arte non deve conoscere censura. Lo spettacolo tratta temi forti, ma è la realtà a essere disturbante. Tutti siamo pazzi in fondo: lo dimostra l’infermiere che dovrebbe prendersi cura della paziente e invece ne abusa. È uno spettacolo per giovani, non è cosa per bigotti e nella mia regia non c’è alcun intento di denuncia: io non denuncio, parlo della follia, il mondo è pieno di richiami alla follia, nell’arte, nella pittura, nella scultura. Anche nella Bibbia». Garantisce ampio margine di divertimento, gli spettatori dovranno arrivare disponibili alla partecipazione perché il dottor Josef non si risparmierà nel coinvolgerli, con in ogni circo più convenzionale.
Arrivando troveranno ad accoglierli nel foyer attori-acrobati chiusi in gabbie contrassegnate da croci rosso-sangue, agitati e furiosi dietro le sbarre; forse una (finta) suora in stato di (vera) gravidanza ad accoglierli (se non partorirà prima), e ai cancelli una scritta che riecheggia i lager e guardie armate di manganelli.
Il tour nazionale de “Psychiatric Circus” tocca Padova, Mestre, Torino. Poi, si immagina anche in base alle reazioni del pubblico, saranno decise le nuove date.
Bigletti su Fasticket e event4all.net, da 33 a 20 euro.
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