Il Museo Egizio va in gita a scuola

Il direttore padovano Greco incontra i ragazzi e le maestre: «Promessa mantenuta dopo la paura»
PONTE SAN NICOLÒ. Una promessa è una promessa. Dopo la grande paura, è tempo di normalità e di affetto per i venti ex-alunni di una classe quinta elementare di Ponte San Nicolò, scampati, lo scorso 18 maggio, al terribile incendio divampato nel pullman su cui viaggiavano. Stavano andando a Torino, per l’ultima gita insieme. Solo l’eroismo delle maestre e la prontezza di riflessi dei ragazzi, scesi al volo dal veicolo in fiamme in mezzo all’autostrada, ha evitato la tragedia. Già nelle prime ore dopo il fatto, riportato con dovizia di particolari nei media nazionali, il giovane direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, padovano cresciuto ad Este, aveva promesso ai ragazzi che se non erano riusciti – per via degli imprevisti – a visitare il Museo, sarebbe stato il Museo a fare visita a loro. Detto, fatto. Nelle scorse settimane, il direttore Greco si è recato a Ponte San Nicolò, per parlare alle prime medie – le vecchie quinte elementari – della scuola Andrea Doria. Tra loro, divisi in tre classi, i reduci dell’incidente. All’incontro erano presenti anche le maestre delle elementari Rosa Maria Cancellara e Maria Lucisano, che con Iva Daliu si sono rese protagoniste in positivo del salvataggio dei ragazzi. Con loro anche il preside dell’istituto comprensivo: «È stato un appuntamento davvero entusiasmante, unico nel suo genere», racconta Maria Lucisano, per cinque anni “maestra prevalente” dei venti scappati alle fiamme, «non si è limitato a parlarci di ciò che può trovare qualsiasi visitatore, ma ci ha anticipato ciò che il Museo avrà in esposizione alla fine del 2018, ovvero la tecnica di mostrare ciò che nascondono le mummie grazie ad una Tac e ad una ricostruzione tridimensionale. Il direttore Greco ha fatto capire ai bambini come un museo sia composto soprattutto di persone appassionate che studiano e fanno ricerca». Un ragazzo ha domandato a Greco, che dopo la visita avrebbe proseguito il suo viaggio verso un nuovo scavo in Egitto, se si sentisse mai stanco: «Ci ha risposto che gli bastava un giro tra le gallerie, a fine giornata, per sentirsi subito meglio. Ha parlato di tutto, entrando nei particolari, ma con un linguaggio adatto a ragazzi di prima media». L’incontro con Greco, terminato con una foto di gruppo, è per questi ragazzi un inizio di ritorno alla normalità: «Non c’è risarcimento materiale», osserva Lucisano, «che possa riportare i ragazzi a prima dell’incidente. Già noi maestre, che siamo adulte, in questi mesi, quando ci mettiamo in viaggio, proviamo una certa inquietudine. Non possiamo sapere che cosa avvenga nella testa dei ragazzi, quali sono i postumi di questa paura, anche se li vediamo molto tranquilli. Per questo, è stato importante avere affrontato tutto insieme, aver mantenuto i rapporti ed esserci rivisti più volte, per imprimere un ricordo positivo». I ragazzi sono stati ospiti d’onore del Calcio Padova, le cui effigie vestivano il pullman incendiato: «Questi bambini devono sapere e devono percepire che noi adulti gli siamo vicini, che teniamo a loro, perché sostenuti da questo affetto possano lasciarsi tutta la paura alle spalle».


Andrea Canton


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