Il padovano Luca Bastianello, dal teatro a “Rosso San Valentino”

PADOVA. Bello, è bello. Di fattezze, cuore e cervello. Ed è pure bravo, in teatro che è la sua passione, e per fiction. Luca Bastianello, 33 anni, padovano, sta per irrompere nelle televisive vite degli addict da video-romanzoni con l’attesissimo “Rosso San Valentino”, sei puntate da 100 minuti dirette da Fabrizio Costa e targate Endemol Italia, la prima in onda martedì 23 aprile su RaiUno. Una saga familiare grondante intrighi, amori, rancori, affari, colpi di scena. E profumi.
Luca Bastianello è Giovanni, il personaggio principale, uno dei due figli (l’altro è interpretato da Paolo Romano) del patriarca Guido Danieli a cui dà vita un “grande vecchio” dello sceneggiato, Andrea Giordana. Tra gli altri personaggi, quello di Laura Argenti (Alexandra Dinu), eroina che più romantica non si può (il meno che le è capitato è un figlio portatole via alla nascita), amore impossibile del nostro Bastianello.
Racconta a ruota libera, Luca, che ha iniziato a fare l’attore all’Accademia Palcoscenico del Verdi diretta da Alberto Terrani, dove si è diplomato nel 2000; poi si è diviso, con successo, tra teatro e fiction. «“Rosso San Valentino” è una storia molto attuale: racconta di giovani che lavorano all’estero, cosa che oggi accade di frequente, come Giovanni e Laura che si conoscono in aeroporto e lì scatta il colpo di fulmine. Sono personaggi ben delineati, certo anche nella fiction i budget ora sono ridotti, non parliamo più di Dickens, Dumas e dei grandi sceneggiati di una volta. Ma è stato bello lavorare a questa serie; a parte Andrea Giordana e Toni Garrani, eravamo tutti giovani, alcuni per la prima volta sul set, e si è creato un gruppo molto unito. E l’attività era frenetica, con i copioni che ci venivano consegnati il giorno stesso».
Luca non è nuovo alla tivù, è transitato due anni per “Vivere”, poi dal 2009 è tornato su Canale 5 con “Centovetrine”, nel 2011 è approdato alla miniserie “La donna che ritorna” a fianco di Virna Lisi. Ma il suo cuore è sul palcoscenico: «Il teatro per me è irrinunciabile. Io ho cominciato con il teatro, per me è un ambiente, un lavoro familiare». Luca Bastianello da un mese ha terminato le repliche in giro per l’Italia di “Rain Man- Charlie Babbit”, con la quotatissima Compagnia della Rancia: non è un musical, è un adattamento dal film nel quale Luca fa la parte che era di Tom Criuse, aiutato non poco dalla notevole somiglianza. Luca Lazzareschi era Raymond Babbit, il fratello autistico a cui nel film diede anima e tic Dustin Hoffman.
Un lavoro che ha coinvolto il giovane attore anche oltre i confini del palcoscenico: «Ho avuto modo di conoscere Alessandro Capobianchi, che ha due figli autistici, e ha messo in piedi un comitato, e lotta, e non si arrende. È venuto a vedere lo spettacolo, siamo diventati amici e questo mi rende molto orgoglioso».
Ha girato l’Italia con questo ultimo lavoro, in Emilia repliche su repliche e sempre tutto esaurito, al sud, in Piemonte, Lombardia, Toscana: «Con dolore devo dire che siamo stati poco in Veneto e per niente a Padova. Peccato. È vero che c’è crisi, noi tutti ci siamo abbassati gli stupendi del 25 per cento, ma questo è uno spettacolo che è piaciuto tanto, che ha fatto grandi numeri. Che con leggerezza veicolava un messaggio importante. Una storia divertente e commovente. E proprio a Padova, nella mia città, non è stato possibile venire».
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