Il pantofolaio non sente la crisi e raddoppia il suo negozio

Una vita dedicata al “benessere del piede”, prima da operaio, poi da rappresentante, da 6 anni come imprenditore. La moda la sbircia appena, il fashion non è la sua passione e, a quanto pare, ha intercettato una fetta di consumatrici che aveva proprio bisogno di proposte indipendenti dall’estetica imposta dai grandi stilisti. Tanto che Giuseppe Rigato, 50 anni, “Pantofolaio” di Corso Umberto I, socio Confesercenti, fa il bis e apre una seconda bottega in piazza delle Erbe. Inaugurazione il prossimo 8 marzo.
«Ho rilevato il negozio, aperto negli anni Sessanta, 6 anni fa» racconta il titolare «Ero il fornitore del vecchio titolare ed ho allargato anche alle calzature con le parole d’ordine semplice e comodo. Ho portato personalmente in città il sandalo greco, un cuoio morbido di cui non si vede la fine». Per Rigato non c’è un’età media: serve ragazze di 15 anni, che, per l’appunto, s’innamorano del sandalo greco, ma anche nonne di 80 alla ricerca della scarpa prima comoda, poi bella. In Corso Umberto dà lavoro ad una dipendente, in piazza delle Erbe assumerà altre due ragazze. Si trovano pantofole da 30 euro fino a 70, le differenze, naturalmente, stanno dei materiali e nel plantare, in alcuni prodotti si paga innovazione e marchio. «Preferisco prodotti e materiali rigorosamente italiani, ancora meglio della zona», aggiunge, «ma non sempre è possibile. Le mie clienti, quasi esclusivamente donne, comprano anche per i mariti, magari troppo occupati a lavoro o troppo seduti sul divano. È la donna che fa girare il mercato». In barba alla crisi, Giuseppe negli ultimi 6 anni ha sempre incrementato il suo fatturato del 20-30%. L’anno scorso solo dell’1%, ma sarà un limite alle ambizioni imprenditoriali: «non mi arricchisco vendendo pantofole», ammette, «voglio solo poter fare una vita dignitosa con la mia famiglia. In Corso Umberto, pago 2 mila euro al mese per 80 metri quadrati; in piazza entro pagando 2.500 euro al mese per 100 mq, solo due anni fa mi chiedevano 5-6 mila euro. Ho investito 15 mila euro per l’avviamento, la metà di quello che serve per un negozio nuovo, quando bisogna comprare molta merce».
Nicola Rossi, presidente della Confesercenti, plaude la tenacia di Giuseppe: «una storica attività divenuta punto di riferimento per pantofole e calzature comode», scandisce Rossi, «Il “Pantofolaio” ha affrontato con passione ed entusiasmo i momenti di gioia ma anche quelli di difficoltà, ed oggi può raccogliere i frutti del proprio lavoro con l’apertura del secondo punto vendita. Proprio quando ci sono molte attività che chiudono, questo imprenditore come altri prima di lui, hanno il coraggio di mettersi in gioco ancora di più, raddoppiando gli sforzi».
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