Il papà di Gloria: «In Italia paghe da fame, costretti a partire»

Laureata con 110, la giovane architetto dispersa nel rogo di Londra aveva trovato a Padova lavori da 300 euro al mese: «Solo elemosina per i nostri figli»
BELLUCO - FOTOPIRAN - CAMPOSANPIERO - INTERVISTA FAMIGLIA TREVISAN il papà di Gloria
BELLUCO - FOTOPIRAN - CAMPOSANPIERO - INTERVISTA FAMIGLIA TREVISAN il papà di Gloria

CAMPOSAMPIERO. «Gloria è andata a Londra perché voleva aiutarci, voleva sostenere la sua famiglia e solo lì ha trovato un lavoro che le garantisse uno stipendio dignitoso. Qui le offrivano dai 300 ai 400 euro al mese»: Emanuela Disarò è una mamma con il cuore in pezzi, condannata alla peggior tortura che per un genitore si possa immaginare.

Assistere impotente alla morte della figlia, con gli occhi fissi sullo schermo della tv che mostra l’inferno di fuoco che se la sta portando via, ascoltando con avidità le ultime strazianti parole di addio balbettate al telefono tra le lacrime, mentre il fumo già invadeva l’appartamento al ventitreesimo piano della Grenfell Tower. Era lì che Gloria Trevisan abitava dai primi di marzo quando era arrivata a Londra con il fidanzato Marco Gottardi. Da lì partiva il sogno dei due ragazzi e lì è finito. Inghiottito da una coltre di fumo, bruciato per sempre in quel palazzo nella periferia della City che li aveva accolti e cullati nella promessa di un futuro di successo.



«Mi dispiace tanto mamma, non potrò più riabbracciarti. Avevo tutta la vita davanti, non è giusto, non voglio morire. Io volevo aiutarvi, vi ringrazio tanto per tutto quello che avete fatto per me»: sono le ultime parole pronunciate al telefono da Gloria la notte dell’incendio, ultimo testamento di amore e gratitudine per mamma e papà. «Purtroppo nulla ci fa ritenere che ci siano speranze per i nostri ragazzi, quando si è chiusa l’ultima telefonata Gloria era disperata ormai, diceva che il fumo stava entrando nell’appartamento, che non c’erano pompieri, che non sapevano cosa fare. Ma questa non è solo una disgrazia, non è solo destino» piangono papà Loris e mamma Emanuela, «Gloria non doveva essere costretta ad andarsene per trovare un lavoro pagato dignitosamente, non doveva sentire su di sè il peso di un’ingiustizia che ha colpito la sua famiglia. Che paese è quello che allontana i suoi ragazzi, che in cambio di anni di studio, di competenze e professionalità acquisite con tanto impegno e sacrifici offre solo elemosina? Che dignità diamo ai nostri ragazzi? ».

Gloria si è laureata in Architettura il 18 ottobre dell’anno scorso con il massimo dei voti – 110 – e si è subito messa a cercare un impiego. E subito si è scontrata con la realtà: «Le offrivano 300 euro al mese per sei mesi, o 100 euro la settimana per lavori saltuari» raccontano i genitori affiancati dal legale di fiducia, l’avvocato veronese Maria Cristina Sandrin.

«Anche quando studiava, nonostante l’impegno che metteva sui libri per non rimanere indietro con gli esami e avere sempre buoni voti, nostra figlia ha sempre lavorato. Purtroppo abbiamo avuto un problema con la banca che ci ha pignorato la casa che è stata venduta all’asta, stiamo ancora combattendo in tribunale per avere giustizia. Gloria era consapevole delle difficoltà che la famiglia attraversava, sentiva su di sè la responsabilità di fare la sua parte e fino all’ultimo ci ha ringraziato per quello che noi abbiamo fatto per lei».

La famiglia della ragazza è in stretto contatto con quella del fidanzato, entrambe in attesa di quella che ormai può essere solo una terribile conferma. Giulio Trevisan, fratello maggiore di Gloria, è andato a Londra già mercoledì mattina, con il primo volo disponibile. «È in contatto con l’Ambasciata sul posto» fanno sapere i familiari, «e ci ha riferito che i soccorsi in queste ore avrebbero raggiunto il ventesimo piano del grattacielo. Ne mancano ancora tre per raggiungere quello dove stavano Gloria e Marco». Per come sono le condizioni della struttura e soprattutto per il fumo e l’altissima temperatura che si è sviluppata durante l’incendio, le speranze che si possano trovare ancora dei superstiti sono affidate solo a un miracolo.

Bella, solare, brillante: è così che Gloria appare nelle numerose foto che ha pubblicato sui suoi profili in Facebook e Instagram, tutti quei primi piani con i capelli che le ricadono su un lato del viso, gli occhi vivaci e sorridenti, gli abbracci con le amiche del cuore Marta e Vanessa, i momenti di svago con il suo Marco. «Gloria era così, speciale, la figlia che tutti desiderano» conferma un’ex vicina di casa di via Cavalieri Vittorio Veneto ad Arsego di San Giorgio delle Pertiche, da dove la famiglia Trevisan si era trasferita due anni fa per andare a vivere in via Borgo Padova a Camposampiero. Dove di Gloria, purtroppo, rimarrà solo il bellissimo e straziante ricordo.


 

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