«Il parco Treves è stato abbandonato»

Due giornate di studio all’archivio antico del Bo sono state dedicate al restauro dei giardini storici. Qui in città tra la basilica del Santo e l’ospedale civile c’è il giardino Treves, progettato da Giuseppe Jappelli, commissionato dal barone Treves de’ Bonfili e realizzato tra il 1829 e il 1835.
È un monumento storico vivo, vegetale, un luogo di grande bellezza che ha il valore e il fascino di un’opera d’arte. Nel corso del convegno l’architetto Paola Bussadori, che tra il 1995 e il 2002 con l’aiuto del direttore dei lavori Giuseppe Ghirlanda ha curato il restauro, ha denunciato il crescente degrado di questo gioiello d’alberi e d’acqua. «Oggi il parco» dice Bussadori, «mostra segni di notevole incuria e abbandono. Sono scomparse piante imponenti come l’albero di Giuda che si trovava vicino al tempietto e uno dei tre salici piangenti; sono svanite molte varietà di rose antiche, di peonie, di ortensie, di azalee, rododendri e piante perenni. La mancanza di una manutenzione tempestiva ha provocato il degrado dei manufatti di arredo e di servizio (danneggiati panchine, cestini, segnaletica botanica). Anche l’ordito dei camminamenti con i sentieri gradinati è dissestato, per cui il passaggio è diventato poco sicuro».
Il giardino in stile romantico all’inglese è diviso in due dal canale Alicorno ed è disseminato di “sorprese”: i due ponti di ferro, l’uccelliera, la pagoda cinese rivestita di conchiglie e pagliuzze dorate, la grotta dell’alchimista, la casa del giardiniere stilisticamente concepita come tomba dei Templari, la cavallerizza con le sue gradinate, le deliziose gabbie dei fagiani. Parte di questi emozionanti tesori è stata cancellata dalle macerie di vecchi padiglioni ospedalieri demoliti durante la guerra.
Il restauro ha restituito al luogo parte del fascino antico, una piantumazione accurata ha accostato i colori di fiori e piante, per cui il giardino in primavera e in autunno cambiava vestito in un trionfo di colori. Certo, la conservazione ambientale richiedeva cure e competenza. Ora è tornato il disordine, la bellezza è appannata ed è come aver deturpato un dipinto di pregio, cancellato la serenità di un luogo vocato alla riflessione e al sogno, gravido della impagabile poesia della natura.
Aldo Comello
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