Il Pd rompe con Colasio: «Basta Carraresi, cultura con nuove idee»

PADOVA. Il Pd cittadino archivia la politica culturale del recente passato e con essa Andrea Colasio. Dopo i segnali di ricomposizione lanciati da Piero Ruzzante, il segretario cittadino Antonio Bressa, durante un incontro alla libreria Ibs di via Altinate davanti al sindaco Ivo Rossi, non ha usato mezzi termini. «Il Pd si sta aprendo a nuove risorse e competenze della società civile, costruendo nuove idee per le politiche culturali. Abbiamo voluto dare alcuni segni di discontinuità nelle proposte elaborate con Ivo per le primarie: è necessario ridefinire l’identità culturale della città in chiave più moderna e accattivante, affiancare alla valorizzazione del patrimonio artistico spazi di crescita per nuovi talenti e creative economy». Oltre al giovane segretario cittadino Antonio Bressa, c’era il responsabile della cultura del Pd, Matteo Righetto. «Bisogna assolutamente cercare di superare il concetto di cultura attuale che c’è a Padova» ha sottolineato «ossia quello legato esclusivamente al tempo libero e ai musei. Al contrario di quello che disse un ministro, la cultura può produrre reddito ma per farlo c’è bisogno che Padova riparta dalla sua identità fondata sull’Umanesimo e la scienza».
Gli obiettivi che i giovani esponenti del Pd si sono posti sono quelli di rilanciare una città in cui la cultura è vivace, ma forse troppo ancorata alla burocrazia. «Bisogna infatti sburocratizzare la bellezza della città» ha insistito Righetto «creando uno sportello unico per le attività culturali e rendere la città culturale 365 giorni all’anno, attirando l’industria creativa, realizzando una “cultural house” (casa comune dove ospitare artisti che intendono investire su Padova)». Chiaro il sostegno di Rossi: «La nostra città ha delle realtà straordinarie» ha evidenziato «ma negli ultimi decenni abbiamo investito molto nell’industria e nel manifatturiero. Dobbiamo restituire a Padova la propria dimensione culturale. Cominciando dal San Gaetano che va rinnovato e dal capitale degli affreschi del Trecento, che andrebbe reso patrimonio dell’Unesco».
E proprio ieri Colasio ha acceso la polemica sulle primarie. «Non interessa a nessuno chi voterò, e se voterò, alle primarie. In ogni caso è evidente che Rossi partirà con un vantaggio spropositato rispetto agli altri due». L’assessore alla Cultura ha sottolineato come la consultazione padovana «non rispecchi la vera filosofia delle primarie perché è evidente che Rossi parte con un vantaggio spropositato rispetto a Zan e Fiore, perché compete da sindaco uscente, quindi di fatto non compete. Fa il sindaco. È un’anomalia tutta patavina quella del suo duplice ruolo. Le primarie devono mettere faccia a faccia i competitori, mentre qui abbiamo due dei contendenti che hanno alzato la loro bandiera identitaria e Rossi che, ovviamente, non si muove come loro competitore ma come sindaco». E ancora, «Rossi ha una visibilità più elevata rispetto agli altri due e più gente andrà a votare più forte sarà il suo vantaggio. Non potendosi muovere come competitore, credo però che non venga fuori il meglio di lui».
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