Il pianoforte di Leonora: «Sì, la musica è di tutti»

SANREMO. Sanremo chiama Padova e la super coppia Armellini-Galiazzo risponde. Prima la voce rivelazione dell'ultima edizione X-Factor, in gara con “Il futuro che sarà”, poi la magica interpretazione di Leonora Armellini sulle note dell'opera 10 numero 3 di Chopin: la terza serata del festival di Sanremo regala al Veneto, e se poi aggiungiamo l'ospite Roberto Baggio, facciamo anche il tris.
Poco prima delle 22 è toccato a Chiara Galiazzo: la rossa di Saonara ha inebriato con il suo tango il teatro Ariston.
Ma quella di ieri è stata anche la giornata della musica classica e il forfait all’ultimo minuto del maestro Daniel Barenboim ha spianato la strada a un grande talento padovano: la giovane pianista Leonora Armellini. già Premio Venezia e Premio Chopin di Varsavia. Diplomata al conservatorio Pollini a 12 anni, mamma pianista, papà fagottista, ha vinto il Premio Venezia e Premio Chopin di Varsavia.
La notizia è arrivata così: «Mercoledì all’una del pomeriggio ero ancora a letto, un po' influenzata» racconta la ventenne stella della classica italiana. «Mi ha chiamato il mio agente e mi ha detto di tenermi forte. All’inizio ho pensato che si trattasse di uno scherzo, poi ho realizzato che stavo per esibirmi nella manifestazione più importante della televisione italiana e mi sono preparata, sia psicologicamente che tecnicamente. Sono stata sveglia fino alle tre».
Paura di essere fuori posto? «Per me la musica è piacere intellettuale allo stato puro, la ascolto da sempre, mi rilassa, penso che proporre la classica al grande pubblico sia un fatto positivo, è così bella che è accessibile a tutti». Per chi tifi? «Ovviamente per Chiara, da quando l'ho vista a X-factor».
Chiara, appunto. Vestita da Alberta Ferretti, l’interprete padovana ha riproposto al pubblico il brano scritto da Francesco Bianconi dei Baustelle. La canzone è caratterizzata da impegnativi salti di nota e propone l’rresistibile incontro tra romanticismo e tragicità. Oltre alle note c’è di più: “Il futuro che sarà” è un’invocazione a Dio, uno sguardo chino e penetrante su una realtà degradata che cambia all’improvviso prospettiva.
Chiara ha cantato con sicurezza, voce perfetta. «È alle prime armi però è bravissima» ha detto di lei la Littizzetto. Chiara è tra le favorite ma deve fronteggiare anche le ottime interpretazioni di Malika Ayane e Annalisa, così come la folle originalità Elio e le storie tese (i suoi preferiti) e l’enorme talento di Raphael Gualazzi. La concorrenza è spietata. Comunque vada dopo il televoto, che vale per il 25%, toccherà alla giuria di qualità incoronare sabato sera il trionfatore del festival.
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