Il picco di mortalità adesso è una costante: esauriti i posti nelle celle frigo in obitorio a Padova

PADOVA. Non è più un picco ma una costante: l’obitorio di via Cornaro continua ad essere sotto la massima pressione. Il picco di mortalità registrato già nelle ultime settimane non accenna a placarsi, il flusso di salme in arrivo è costante. Ma non solo. È finita la disponibilità di celle frigo per i defunti Covid positivi e non ci sono più carrelli a disposizione per i feretri chiusi in attesa del funerale. Per questo l’Azienda ospedaliera ha chiesto la collaborazione delle imprese funebri.
Ognuno porti un carrello
«Ogni impresa, con la massima urgenza, porti un proprio carrello per ogni feretro chiuso attualmente in sosta nei servizi mortuari. Si chiede di provvedere, con la massima urgenza, al trasferimento dei feretri chiusi con salma Covid positiva alla camera mortuaria del cimitero Maggiore di Padova», è la comunicazione che qualche giorno fa ha spedito a tutte le imprese funebri del territorio Andrea Santinello, referente Ascom della categoria oltre che imprenditore del settore. I problemi per cui l’obitorio si trova in difficoltà a gestire il grande quantitativo di salme sono di diversa natura.
In primis bisogna sottolineare che l’obitorio da quando è iniziata l’emergenza Covid si è dovuto organizzare distinguendo a livello logistico le salme Covid positive e quelle negative, diminuendo di fatto il numero di posti.
Funerali rinviati a dopo l’Epifania
Poi c’è il problema delle tempistiche con cui si riesce ad organizzare il funerale: «Molto spesso la persona deceduta e positiva al Covid ha anche i familiari positivi. In questo caso è chiaro che o la famiglia oltre a rinunciare a vedere il proprio caro rinuncia anche a partecipare alla funzione funebre, oppure si aspettano i giorni necessari perché si negativizzino. Parliamo di quattro, cinque giorni ma anche di dieci giorni», spiega Santinello. A questi due elementi si aggiungono il picco di mortalità fisiologico del mese di dicembre e il fatto che in questo periodo ci siano molti giorni festivi.
«L’elevata mortalità rende sicuramente più complessa la gestione e chiaramente i giorni di festa ravvicinati come il 25, 26, 27 dicembre e adesso l’1, 2, 3 gennaio non aiutano». Per questo ora più che mai si chiede uno sforzo alle imprese funebri: «Quello che si chiede è la collaborazione delle imprese funebri nello spostare rapidamente i feretri chiusi dall’obitorio e portarli alla camera mortuaria del cimitero», sottolinea Santinello.
«È vero che le imprese funebri non sono obbligate a farlo poiché per le persone decedute in ospedale si dovrebbe arrangiare l’Azienda ospedaliera, ma è anche vero che in primo luogo da cittadini siamo chiamati a dare il nostro contributo se ci viene richiesto in un momento di difficoltà. L’alternativa è quello che è successo a Montebelluna, dove sono stati sistemati dei container per le salme davanti all’obitorio. Prima di arrivare a quel punto credo sia meglio dare il nostro contributo».
Turni doppi al forno crematorio
Oltre all’obitorio rimane sotto pressione anche il crematorio del cimitero Maggiore: «Per far fronte al numero di cremazioni sta lavorando in due turni per un totale di 16 ore compresi il sabato e la domenica. Normalmente c’è solo un turno da 8 ore», spiega l’assessora ai Servizi demografici e cimiteriali Francesca Benciolini. Le salme in questo momento arrivano da Padova e provincia ma anche dall’alto vicentino: «Hanno avuto un problema a livello di manutenzione e ci hanno chiesto di poter accogliere le loro salme».
Il numero di cremazioni è indubbiamente aumentato nell’ultimo periodo: «Siamo sulle 33 cremazioni al giorno contro la ventina di regola. Certo questa primavera si arrivava anche a 45 cremazioni al giorno, ma non possiamo dire di non essere sotto pressione anche adesso. L’impegno è doppio rispetto al solito».
Il Comune per cercare di alleggerire l’obitorio ha messo a disposizione due spazi dove possono rimanere le salme in attesa del funerale: «Abbiamo 30 posti all’interno della camera mortuaria del cimitero e 178 posti dove si trova il forno crematorio – prosegue l’assessora – Al momento la struttura è adeguata, rimaniamo comunque sempre in contatto con ospedale e imprese funebri per avere la situazione sotto controllo». —
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