Il pm: «Meritano la condanna l’ex sindaco e i “colleghi”»

Maria D’Arpa reclama una pena complessiva di cinque anni di carcere  Oltre a Bacco rischiano due assessori dell’epoca e quattro consiglieri comunali
Depolo mph02a Ruggero Donaggio ..Valli: manifestazione dei sindaci per la Romea, il sig. Graziano Bacco sindaco di Codevigo
Depolo mph02a Ruggero Donaggio ..Valli: manifestazione dei sindaci per la Romea, il sig. Graziano Bacco sindaco di Codevigo

Codevigo

Condanne per 5 anni di carcere: è la richiesta sollecitata davanti al tribunale di Padova dal pm Maria D’Arpa nei confronti dell’ex sindaco di Codevigo Graziano Bacco, 67 anni, degli ex assessori Monia Rubin (40) e Sandrina Zecchinato (56) e di quattro ex consiglieri comunali Enrico Ponchio (41), Paolo Ferro (37), Massimiliano Pozzato (42) e Enrico Penazzo (62). Per tutti l’accusa è di concorso in abuso d’ufficio. Il motivo? Un dirigente del servizio Edilizia privata e urbanistica (l’ingegnere Luca Eberrini, oggi 56enne, di Due Carrare) troppo rispettoso delle regole. Per tutti, compresa una società immobiliare al quale – come previsto dalle norme – voleva riservare lo stesso trattamento di quello applicato all’allora assessore Zecchinato: la restituzione degli oneri di urbanizzazione versati. Una scelta pagata cara dal dirigente con la sospensione prima e poi la revoca dall’incarico grazie a una delibera di giunta giustificata da “responsabilità grave e reiterata”. Un’accusa infondata e motivata dalla volontà di punire il dipendente pubblico, ligio al diritto, almeno secondo la pubblica accusa. Da qui la richiesta di condanna per gli ex pubblici amministratori assistiti dal penalista Michele Godina.

Il pm ha insistito sulla violazione anche del principio di imparzialità della Pubblica amministrazione. E ha rammentato la consulenza tecnica del professor Paolo Merlini secondo il quale gli oneri di urbanizzazione (motivo dello “sfratto” al dirigente) avrebbero dovuto essere restituiti alla società richiedente, l’immobiliare Artecasa costituita parte civile con l’avvocato Francesca Guolo. Non si sono costituiti né il dirigente né il Comune. Il difensore ha contestato l’accusa forte di due relazioni tecniche. Secondo i due esperti, l’ente locale non sarebbe stato tenuto a restituire gli oneri pagati.

La vicenda. Con la delibera 44 del 20 marzo 2008 il Comune approva il piano di lottizzazione presentato da Artecasa. E il 22 aprile viene stipulata tra la ditta e il Comune una convenzione per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e la cessione di un’area in cambio dello scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria; quanto agli oneri secondari si prevede il pagamento in un’unica soluzione di 34. 310 euro, pur non dovuti in base a una norma del Prg. Il 13 luglio 2012 Artecasa reclama la restituzione degli oneri, precisando che il Comune ha sempre scomputato (e rimborsato) gli oneri in situazioni analoghe, con riferimento al piano di lottizzazione che coinvolgeva l’assessore Zecchinato.

Eberrini, forte del parere di un consulente Anci, è favorevole. La giunta dice no e per il dirigente scatta lo sfratto. La sentenza il 28 ottobre. —



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