«Il progetto di Bonetto mi piace, ma occhio alle speculazioni»

Gravina: «Incassi raddoppiati, il futuro è lo stadio di proprietà Va alleggerita la burocrazia e aiutata la progettazione»

«Ho visto nascere il progetto di Bonetto per il nuovo stadio di Padova e lo trovo molto bello. Il segreto oggi per realizzare nuovi impianti di proprietà è quello della sostenibilità, che però non può andare di pari passo con la speculazione immobiliare». Sul nuovo stadio arriva la benedizione di Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ieri a Padova in veste di produttore teatrale e promotore del “suo” musical sulla Divina Commedia (ne riferiamo nelle pagine culturali).

tifosi in attesa

I tifosi biancoscudati aspettano da anni un nuovo stadio, o quantomeno un rifacimento dell’Euganeo. Attualmente in ballo ci sono due opzioni: quella del presidente Roberto Bonetto, impegnato nella ricerca di 100 milioni da privati per realizzare un impianti nuovo di zecca, e quello dell’amministrazione comunale, che ha già ottenuto 2 milioni di euro dal Coni per migliorare l’attuale, avvicinando i sostenitori al campo ed eliminando la pista d’atletica. «Conosco i progetti anche perché mi lega una vecchia amicizia con Bonetto», spiega Gravina. «In questo momento come Figc dobbiamo impegnarci assieme al credito sportivo e alla Cassa Depositi e prestiti, che hanno risorse importanti, nel creare un fondo che rappresenti uno stimolo per le società di calcio, per essere supportati anche finanziariamente in iniziative di questo tipo. Per farlo serve passione, senso di responsabilità e un pizzico di lungimiranza. Noi dobbiamo far capire ai nostri dirigenti che alcune realtà di natura immobiliare legate alle strutture sono fondamentali per migliorare la gestione degli impianti e degli eventi, perché è diventato difficile andare a vedere una partita di calcio con le famiglie».

no alle speculazioni

Occhio però a chi su un progetto del genere potrebbe metterci gli occhi per “trafficare”: «Stiamo lavorando con regioni, province e comuni affinché ci sia una maggiore disponibilità verso questo tipo di progetti, che spesso sono bloccati per motivi legati alla burocrazia. Contemporaneamente dobbiamo evitare che vengano fermati da richieste fuori da ogni logica e legate alla speculazione immobiliare. Qualcuno pensa di sbloccare un’opera fondamentale a vocazione sociale per risolvere problemi di metri cubi di edifici. Lo stadio di proprietà è il futuro: chi l’ha già realizzato ha dimostrato di riuscire a raddoppiare i ricavi al botteghino, ammortizzando in due o tre anni l’investimento e riuscendo anche a patrimonializzare. Noi dobbiamo alleggerire i processi burocratici e creare i presupposti di alcuni modelli ideali di assistenza per la progettazione. E su questi punti Padova mi sembra già avanti».

Luca Preziusi

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