Il Radisson Resort finisce in un’inchiesta internazionale

GALZIGNANO. C’è anche il “Radisson Blu Resort di Galzignano” tra gli alberghi finiti al centro di una maxi inchiesta per bancarotta fraudolenta condotta dalla Guardia di finanza di Roma.
Nell’indagine aperta nei giorni scorsi dal Nucleo di polizia valutaria della capitale è risultato coinvolto Dario Roscioli, rampollo dell’omonima famiglia di albergatori romani sottoposto agli arresti insieme ad altri presunti complici. Tra questi anche Antonio Conte, avvocato e consulente finanziario.
Sono due nomi noti nel territorio del bacino termale euganeo perché nel 2009 fu la società “Blu Hotel Srl” a rilevare il cento per cento delle Terme di Galzignano, dopo l’uscita di scena della vecchia proprietà spagnola. Nella Blu Hotel Srl (che ancora oggi detiene la proprietà immobiliare del resort di Galzignano), figurava come socio anche Conte.
La società affidò poi la gestione degli alberghi prima alla “3Mp” e poi alla “Roscioli Veneto Hotel” della famiglia romana coinvolta nell’inchiesta. I lavoratori vennero appaltati alla Veneta Service, ma ben presto la famiglia Roscioli uscì di scena. Il contratto d’affitto d’azienda fu ceduto alla “Galzignano Gestioni Srl”, amministrata dall’attuale gestore Vincenzo Perrone. Conseguentemente i 140 lavoratori termo alberghieri passarono a loro volta dalla Veneta Service al consorzio General Service Srl che controlla altre due società, la Cleaning cui è affidato il servizio di pulizia degli alberghi e la Edison per tutta la parte che riguarda l’attività termale.
Nonostante la matriosca di passaggi societari in cui sono finiti i dipendenti, va sottolineato che l’attuale gestione della Galzignano Gestioni Srl di Perrone è estranea alla vicenda giudiziaria.
La preoccupazione per il futuro del resort c’è però tutta. Agli indagati la Procura contesta un «ingegnoso sistema di frode su scala internazionale» con una serie di bancarotte fraudolente studiate per evadere 150 milioni di euro di imposte. Si ipotizza inoltre il reimpiego di denaro di provenienza illecita in noti hotel del Lazio, nella Masseria Santo Scalone di Ostuni e, appunto, al Raddison Blu Resort di Galzignano.
La Guardia di finanza ha sottoposto a sequestro preventivo 80 milioni di euro di quote societarie riconducibili alla famiglia Roscioli e agli altri indagati. Comprensibile, quindi, l’ansia dei sindacati dei lavoratori termali e dello stesso sindaco di Galzignano, Riccardo Roman. Quest’ultimo si è subito attivato per capire la situazione contattando il gestore. «Ovviamente l’attuale gestione è in imbarazzo nel vedere l’attività e il nome del resort associati a un’indagine di questo tipo» ha detto Roman.
«Il gestore si riserverà di capire quali decisioni prendere da qui in poi, ma dal dialogo avuto ho percepito che l’orientamento prevalente al momento è quello di andare avanti visto anche l’investimento che è stato fatto e che non ci sono estremi perché fattori esterni possano bloccare l’attività. L’attuale gestione è totalmente staccata e autonoma dalla Blu Hotel, l’unico legame è l’affitto quindi spero non ci saranno problemi. Continuerò comunque a seguire la vicenda con molta attenzione», ha concluso.
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