Il Santo saluta Tonucci che va in pensione
Stamattina la messa per il delegato pontificio: «A Padova auguro di recuperare l’ex museo civico»
Liete e tristi, le novità non sono mancate negli ultimi tredici mesi al Santo. L’ultima, in ordine di tempo - pur annunciata da oltre cinque mesi - si compie adesso con l’avvicendamento alla carica di delegato pontificio, ossia la figura di vescovo che rappresenta la Santa Sede, proprietaria del complesso antoniano. Dopo tre anni e mezzo, l’arcivescovo Giovanni Tonucci, 75 anni, lascia la basilica e va in pensione, nella sua Fano. Al suo posto arriverà tra poco meno di un mese monsignor Fabio Dal Cin.
Oggi i frati del Santo e la cominità salutano Tonucci con una cerimonia che si annuncia ad alto contenuto emotivo. «Sono state tante le occasioni che ci hanno fatto percepire l’amore di monsignor Tonucci per la nostra basilica e per la devozione antoniana, cogliendo il vero valore della pietà popolare, espressione di viva fede», dice padre Oliviero Svanera, rettore della basilica. «Ha fatto il possibile per valorizzare le potenzialità del nostro santuario, portando avanti una collaborazione costruttiva e proficua con tutte le realtà istituzionali e religiose della nostra città e, in particolare, con quelle interessate al mantenimento del decoro e della bellezza della basilica, in primis la Veneranda Arca del Santo, condividendo con questa l’onore e l’onere dei numerosi interventi di restauro conservativo e manutenzione del complesso antoniano. Di certo noi frati minori conventuali del Santo e della Provincia francescana del nord d’Italia abbiamo sentito la vicinanza cordiale di Tonucci, che con noi si è mostrato sempre paterno e attento. L’accompagneremo con la nostra preghiera».
Tonucci, che aveva espresso da tempo la volontà di ritirarsi a vita privata, ha accolto con sollievo la nomina del suo successore. E ora guarda a una nuova vita durante la quale vuole dedicarsi alle cose che ama di più: «Celebrare, predicare, incontrare persone», dice, «sono le cose che farò più volentieri. Tornerò nella mia Fano, celebrerò ogni domenica, terrò corsi ed esercizi spirituali, farò pellegrinaggi e vorrei essere disponibile per incontri, consigli. Poi voglio scrivere e riprendere a lavorare la creta». E a Padova augura di avere presto disponibile l’ex museo civico: «Ma questo è un nome negativo che non merita. Gli spazi ci sono, la ricchezza d'arte a Padova e nel complesso antoniano è grande - basta pensare ai bronzi di Donatello - e si farebbe qualcosa di unico al mondo, una nuova cappella degli Scrovegni, qualcosa per cui si fa la fila».
(cric)
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