«Il settore vede finalmente la luce»

Snaidero (Federlegno): «Non è ripresa, ma stanno nascendo nuove imprese»

«Non parlerei di ripresa ma si vede chiaro davanti a noi». Roberto Snaidero, presidente di Federlegno Arredo, è fiducioso. «L’anno scorso ero molto preoccupato per l’alta moria di aziende, ma nel primo semestre 2015 il saldo è positivo grazie alla nascita di nuove piccole e medie imprese, dinamiche e capitanate da giovani».

Un comparto quello del legno arredo che vive di export. «Diversi i driver» spiega il presidente. «Innanzitutto il cambio favorevole euro-dollaro che ha portato gli Usa a crescere e con loro tutti i paesi legati al dollaro tipo il Medio Oriente». Bene anche la Cina «nonostante tutto» precisa Snaidero. «Sono appena rientrato e ho visto con i miei occhi un Paese lontano da quello che leggo sui giornali, il made in Italy lì è ancora vincente. I ricchi cinesi non vogliono la copia ma l’originale». La Federazione sta ora cercando di calendarizzare un grande evento fieristico a Shanghai per fine 2016. Dal 14 al 17 ottobre sarà invece la Russia protagonista: oltre 350 aziende saranno infatti presenti al Salone Worldwide di Mosca. «La Russia» chiarisce l’imprenditore «è l’unico Paese che segna un meno ma non dipende dalla nostra strategia di mercato». «Noi tuttavia non molliamo la presa» prosegue «perché i nostri competitor cinesi e turchi sono già sul confine pronti a entrare e dobbiamo dare un segnale chiaro: che gli italiani credono nella Russia nonostante l’embargo».

Anche il mercato interno s’è desto. «Merito del bonus mobili e dei consumatori che hanno ripreso a investire» spiega. «Al premier Renzi ho chiesto di allargare il bonus mobili anche alle giovani coppie per l’acquisto di arredamento staccando il pacchetto dalla ristrutturazione. Chiediamo anche un aumento del plafond: oggi sono 10mila su massimo 106mila euro compresa la ristrutturazione edilizia». Quanto al settore, se quanto a reti di impresa siamo ancora alla fase “tentativi” quello che si sta verificando, chiude Snaidero, «è l’investimento di alcuni fondi italiani che acquistano grandi marchi e mettono insieme diversi prodotti per creare dei poli di settore».

(e.v.)

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