Il virus dell’epatite nei frutti di bosco

La procura di Torino indaga sulla Asiago Food di Veggiano L’azienda: «Molti controlli ma fino ad ora è tutto in regola»
Di Enrico Ferro

Frutti di bosco al virus dell’Epatite A: dopo l’allerta diramata dal Ministero della Salute la procura di Torino sta tirando le somme. Il pm Raffaele Guariniello procede per il reato di commercializzazione di prodotti alimentari pericolosi. I frutti di bosco congelati provengono da Serbia, Ucraina, Bulgaria, Polonia, Romania e dal Canada e sono stati confezionati in dieci aziende tra Padova, Pavia, Ferrara, Parma e Cuneo. La procura sta identificando i responsabili che saranno iscritti sul registro degli indagati.

In provincia di Padova i controlli hanno riguardato la Asiago Food di via Santa Maria 7 a Veggiano. Tutto è partito da una cheese cake guarnita con il prodotto “misto di frutti di bosco” commercializzato dalla ditta padovana. Il dolce è stato mangiato da un uomo che successivamente è risultato positivo al virus dell’epatite.

Subito si sono mossi i militari del Nas e i tecnici dell’Arpav che hanno dato il via alle ispezioni nell’azienda di Veggiano. «Sono stati eseguiti numerosi campionamenti» conferma l’amministratore delegato di Asiago Food Monica Ciarfuglia, «ma nessuno è risultato positivo. Non ci sono stati né sequestri preventivi, né vincoli di alcun genere. Noi, in procedura di autocontrollo, abbiamo passato in rassegna tutte le produzioni. In concerto con le autorità abbiamo condotto tutte le verifiche del caso».

L’amministratore di Asiago Food conferma la circostanza dei controlli scattati a causa di una cheese cake: «Un consumatore ha fatto un dolce a casa sua utilizzando i nostri frutti di bosco e quando è risultato positivo al virus è sorto il dubbio di un possibile contagio. Ma la circostanza non è stata provata. Attendiamo fiduciosi la conclusione dell’indagine».

La procura di Torino ha ordinato i controlli nei supermercati dopo che si è verificato, negli ultimi mesi, un sensibile aumento dei casi di epatite A in Italia. Il Ministero della Salute ha mandato una circolare di allerta a 16 regioni. In Piemonte da gennaio a luglio sono stati 65 i casi riscontrati, ovvero il doppio dei casi del 2012. In Italia l'incremento è stato del 70 per cento rispetto allo scorso anno e del 264 per cento rispetto alla media degli ultimi tre anni.

Si teme che i frutti di bosco provenienti o lavorati nei Paesi esteri individuati e in particolare lavati e congelati con acqua non potabile, siano il veicolo della trasmissione del virus.

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