Ilve, in 140 al lavoro a rotazione

Poche settimane di cassa integrazione, poi per gli operai di Campodarsego scatterà il licenziamento
CAMPODARSEGO. Contratto di solidarietà a rotazione alla Ilve, specializzata nella produzione di elettrodomestici per cottura, sperando di invertire la strada in discesa imboccata da tempo. «L’azienda non riesce a riprendere i numeri di un tempo perché i prodotti, che vendevano benissimo 20 anni fa, non reggono il mercato attuale», dice Alessandro Barbiero, sindacalista Fim Cisl che segue la vertenza. «Non c’è stata la lungimiranza, o forse la possibilità, di adeguarsi ai tempi. L’elettrodomestico fa parte dell’arredo ma dev’essere al passo con le tecnologie». Eppure Ilve ha una manodopera molto professionalizzata e non avrebbe problemi a montare un prodotto migliore, anzi. «Forse è mancato un pizzico di audacia e volontà», aggiunge Barbierato. «Ilve è una bella società, i macchinari sono di discreto livello. Ci sarebbero da fare investimenti». La proprietà ha tentato di allargarsi nel settore del mobile, ma non avrebbe avuto buoni risultati. Allo stato sono 140 i lavoratori in contratto di solidarietà. Ora l’azienda vorrebbe ridurre il personale attraverso una procedura incentivata. «Il problema è che stiamo ormai esaurendo gli ammortizzatori sociali, ne abbiamo solo per pochi mesi», commenta Barbierato. «La nuova legge prevede che se ne possono fruire fino a 36 mesi nel quinquennio e siccome ne abbiamo autorizzati altri due siamo all’ultimo anno. Poi scattano i licenziamenti». Secondo i conteggi Fim ci sarebbero a disposizione alcune settimane di cassa ordinaria, ma bisogna tenerle per eventuali emergenze. «Peraltro Ilve non è messa male, ma non si vede all’orizzonte uno scatto d’orgoglio dell’azienda», conclude Barbiero.


Giusy Andreoli


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