Immobili ex Bpvi a Vicenza in vendita 40 milioni di palazzi. Il portafoglio in mano a Vitale &Co.

PADOVA. L’ironia della storia ha voluto che a cercare di vendere l’intero portafoglio di immobili della Popolare di Vicenza ci sia lo stesso advisor che, a maggio 2016, doveva aiutare PopVi a chiudere sul mercato un aumento di capitale da 1,5 miliardi e poi quotarsi in Borsa.
L’advisor è lo studio milanese Vitale &Co che, su incarico dei liquidatori della ex popolare, dovrà ora smaltire il fardello di 200 immobili in capo a Immobiliare Stampa: la newco creata nel 1988 da Bpvi, e guidata fino all’ultimo dal cognato di Zonin, Gianfranco Pavan, per gestire palazzi, terreni e filiali.
Il portafoglio vale 400 milioni, scrive «Il Sole 24Ore». Secondo l’ultimo bilancio pubblico (il 2015) la società ha chiuso in rosso per 10 milioni sotto il peso delle rettifiche di deterioramento degli immobili e loro svalutazione. Valore netto del patrimonio 311 milioni di cui 246 milioni di fabbricati e il resto terreni.
«Il patrimonio è in prevalenza locato ai consorziati e alle società Bpvi e in parte minore a terzi (l’8%, ndr)» recita il bilancio. Il 71% sono immobili commerciali (filiali), il 29% abitativi. L’89,5% sono locati, il 10,5% sfitti. Molti ora sono occupati da Intesa con un accordo di locazione. Ma Ca’ de Sass ha già iniziato la razionalizzazione delle agenzie e ha già deciso di cosa disfarsi. Tutto ciò che non “interessa” a Intesa va quindi in vendita e ci sono anche alcuni Palazzi.
Partiamo da via Turati a Milano. Quando vi entrò Gianni Mion, l’ex presidente Bpvi, disse: «Troppo lusso, sono imbarazzato». Intesa non l’ha voluta quindi andrà al miglior offerente. Poi ci sono i 4.600 metri quadri di Largo del Tritone (valore a bilancio 34 milioni): la dodicesima filiale aperta in pompa magna nel 2013 a Roma da Zonin.
A Vicenza sono in mano a Vitale &Co anche Palazzo Repeta (quasi 9 milioni di valore), l’ex proprietà di Bankitalia rilevata da Bpvi nel 2014 per 9,3 milioni. Ma anche Palazzo Thiene (valore 12 milioni), sede storica Bpvi che il sindaco Achille Variati chiese in dono al Comune al prezzo di 1 euro, senza mai ricevere risposte. Poi ci sono il centrale Palazzo Negri (2,7 milioni di valore) e gli uffici del quartier generale di Battaglion Framarin (oltre 16 milioni): Intesa occuperà solo 4 dei sei blocchi, cedendo i due stabili che si affacciano su via Mazzini e il Palazzo liberty di via Cengio, ex sede della formazione Bpvi.
Tra gli immobili di pregio: il palazzo in corso Cavour a Udine per 1,3 milioni, Palermo in via Cusmano (quasi 17 milioni) e ancora 2,5 milioni di un’immobile a Bassano Del Grappa in via Roma più 2,7 milioni per quello a Castelfranco Veneto in Corso XXIV aprile, 7,4 milioni per la filale di piazza Cavour a Padova e oltre 5 milioni a Treviso in via Cairoli. «Non siamo così certi che si riesca a vendere l’intero portafoglio» spiegano la sindacalista Helga Boscato e Giuliano Xausa segretario nazionale Fabi «si vederà a pezzi». Il nodo restano i 32 dipendenti di Immobiliare Stampa che il sindacato chiede vengano integrati in Intesa, 12 di questi sarebbero anche in età da esodo pensionistico.
Nessuna risposta è arrivata e il 30 giugno finisce la tempistica concessa dalla Bce ai liquidatori. La società immobiliare non fa parte del pacchetto ceduto a Sga e andrà avanti finché non avrà liquidità per pagare gli stipendi. «Ma ad oggi si cercando di salvare solo il patrimonio» dicono i sindacati che chiedono certezze circa il futuro dei lavoratori.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova