“Imprese best performer 2024 del Cittadellese”: le cento migliori aziende dell’Alta Padovana si raccontano

Un territorio dinamico, vivace, di fortissimi animal spirits imprenditoriali, che ha saputo ritagliarsi il suo spazio nello scenario globale. Un territorio che – però – soffre anche tutte le contraddizioni globali.
«Dovremmo poter investire con visioni di quattro, cinque anni, ed invece l’orizzonte si limita ai mesi, se non alle settimane, perché non sappiamo le evoluzioni: energia, guerre, è il tempo dell’incertezza»: a scandirlo è Oddone Sartore, che fa parte del Coordinamento delle categorie economiche del Cittadellese ed è uno dei riferimenti della zona per Confindustria.
I punti di forza: «Cittadella è riconosciuta per le sue eccellenze, che attraversano diversi settori: pensiamo ovviamente alla siderurgica, con Gabrielli, ma venerdì abbiamo tenuto un meeting con i colleghi di Confindustria del Camposampierese al Centro Carni Company di Tombolo: anche questa un’eccellenza, 160 milioni di euro di fatturato annuo, una realtà importantissima nella lavorazione delle carni. E poi c’è tutto il settore della saldatura, che magari può sembrare una cosa banale, ma Cittadella è conosciuta nel mondo in questo ambito: nell’Alta Padovana si concentra il 40% della saldatura per l’Italia, siamo un distretto di riferimento europeo».
Ci sono le luci – fatte di una storia che si sa evolvere e innovare – e le ombre, ovvero gli ambiti produttivi che maggiormente sono stati colpiti dai venti di guerra in Europa e – in generale – da un mondo in cerca di nuovi assetti nell’epoca del disordine globale: «Ci sono settori in sofferenza, specie il metalmeccanico, e poi anche l’energia, in modo particolare il fotovoltaico: il bonus del 110% è stato utile per tanti versi ma ha scombussolato il mercato, e adesso si registrano diverse difficoltà.
Un focus di attenzione va messo anche sulla filiera dell’automotive: è chiaro che il mercato tedesco vive una contrazione e quindi chi di noi esporta verso la Germania i componenti per auto deve fare i conti con questa crisi, con questa sofferenza».
Si deve prendere atto che tutto è interconnesso. E l’inverno demografico e la carenza di alcune competenze incombono e determinano la crisi della manodopera: «I nostri uffici Hr sono costantemente impegnati», osserva Sartore, «c’è una continua ricerca per alcune qualifiche».
Nello specifico: «Ingegneri informatici non se ne trovano, ed elettronici neppure, in un certo senso ce li portiamo via l’uno con l’altro. Per quel che riguarda la figura dell’operaio comune c’è una maggiore stasi, perché si sta riducendo la produzione e di conseguenza c’è meno lavoro in produzione».
La guerra nel cuore dell’Europa da oltre due anni presenta il conto anche sul tessuto economico locale: «Tutti quelli che esportavano in Russia, meno in Ucraina, hanno dovuto sopportare un importante contraccolpo».
“Del doman non v’è certezza” è una bella filosofia di vita, ma non fa bene a chi deve costruire e radicare impresa: «Speriamo sia solo un momento di passaggio, se si trovasse una soluzione alle varie guerre l’economia ripartirebbe con maggiore serenità. Le aziende non sono nella condizione di investire con serenità, serve un orizzonte di almeno 4-5 anni, un orizzonte che consenta alla visione di radicarsi. E invece viviamo nella paura, non si fanno investimenti o li si rinviano, perché si vuole essere più tranquilli».
E quindi? «Abbiamo visioni a settimane, se va bene a qualche mese, non di più, c’è troppa incertezza: semplicemente, come faccio a fare un investimento su un macchinario importante se poi il mercato mi si rivoluziona e cambia tutte le carte in tavola?».
Nel frattempo, Sartore vede in salute la dimensione radicata al territorio: «Il turismo sta aumentando, e questo fa bene a tutta la filiera del turismo, alloggi e ristorazione. La gente ha piacere di vedere, di girare. Con l’Ipa dell’Alta Padovana stiamo cercando di promuovere il territorio, dopo l’estate emergeranno nuove possibilità, le varie connessioni ciclabili, diamo valore a Cittadella, Piazzola sul Brenta, la palude di Onara, tutti gli itinerari».
Sartore scorre la classifica delle 100 imprese: «Ci sono conferme e belle novità, ci sono dati che fanno parte della storia, e realtà che trainano tutto il sistema». A chi volesse investire oggi nel cittadellese cosa consiglierebbe? «Si ottengono risultati veloci con i servizi informatici e le app digitali».
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Martedì, alle 17 aprile, al Teatro Sociale di Cittadella, le cento maggiori imprese dell’Alta saranno raccontate attraverso la ricerca “Imprese Best Performer 2024 del Cittadellese”.
L’evento organizzato dal gruppo Nord Est Multimedia e da ItalyPost è aperto a tutti previa registrazione sul sito Eventbrite (https://www.eventbrite.it/e/biglietti-premiazione-le-100-migliori-imprese-del-cittadellese).
Il premio «si propone di valorizzare le aree manifatturiere del nostro Paese, servendosi del senso di appartenenza territoriale per mettere in luce storie imprenditoriali di successo che meritano di essere condivise e celebrate. La celebrazione delle imprese non è solo un atto di riconoscimento, ma un elemento catalizzatore per la coesione sociale e la costruzione di una identità territoriale forte».
La ricerca condotta dal Centro Studi ItalyPost ha individuato le 100 migliori aziende sulla base di parametri di bilancio degli ultimi tre esercizi depositati, a partire da un fatturato uguale o superiore a 5, 4 milioni, selezionate poi per Rating (da AAA a B), per Ebitda, per rapporto PFN/EBITDA e dall’aver chiuso in utile l’esercizio 2022.
La selezione si è basata quindi esclusivamente su criteri meritocratici e oggettivi al fine di garantirne la serietà, indipendenza e autorevolezza.
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