IN MOSTRA A VICENZA

Il respiro è sulla bocca di tutti. Un'ovvietà? No, una constatazione. Dalla musica pop all'arte, dall'olistica alla medicina il respiro attira sempre più l'attenzione, l'osservazione nonché l'ispirazione. Persino le scarpe concepite dalle nostre parti "respirano". Si intitolano «Respiro» l'album di Franco Simone del 1977, quello firmato da Grazia Di Michele nel 2006, il singolo de Le Vibrazioni uscito quest'anno - recita: «Nell'arco di un respiro è il suo odore». Mentre il disco di Gianluca Grignani sollecita «Trattieni il respiro», quello di Noemy Nicole è più autoreferenziale: «Il mio respiro». «Respiro» era intitolata anche l'opera teatrale di Samuel Beckett; così il film del 2002 diretto da Emanuele Crialese con Valeria Golino. Sicuramente più noti i film di Jean-Luc Godard «Fino all'ultimo respiro» (1960) e di Jim McBride con Richard Gere. Navigando si scopre che Internet pullula di siti che sostengono il respiro-pensiero, in una parola «Rebirthing». La moda: i "Corsi per il benessere con la Respirazione Consapevole", oppure, da provare, "Scopri come dimagrire con il respiro". Pensate, bastano 20 respiri per eliminare definitivamente gli attacchi di panico. «Rimarrete sorpresi dal vostro respiro!». Lo slogan altrove è: «Un Respiro Continuo per la Nascita e la.....Rinascita». In un altro sito, nell'home page, campeggia l'affermazione «Amare la vita significa respirare». Per i più evoluti e sofisticati c'è il «Rebirthing Breathwork», una tecnica di respiro circolare e consapevole, sintesi della tradizione dello Yoga e del Pranayama e di un moderno approccio alla ristrutturazione cognitiva. Appassionarsi al respiro, ascoltarlo, dovrebbe essere necessità vitale prima che moda. Sembrano giochi di parole sui quali varrebbe la pena soffermarsi forse solo per una manciata di respiri. Impalpabili e perché no fotografabili. Ci hanno provato cinque artisti di tutto il mondo coinvolti da ART for The World Europa a Vicenza. Adelina von Fürstenberg ha curato una mostra ora in quattro spazi della città del Palladio - la sede della Fondazione Zoé a Palazzo Bissari, la Loggia del Capitaniato, il foyer del Teatro Comunale e lo Spazio Monotono (sede di Fuoribiennale) - per la Fondazione Zoé (Zambon Open Education), nata a Vicenza nel 2008 in seno alla famiglia Zambon dell'omonimo gruppo chimico-farmaceutico, per occuparsi di Comunicazione della Salute (le opere sono in mostra fino al 21 novembre). L'arte non ha limiti e la fantasia può dar forma a tutto, il concetto in fondo c'è e non si vede nemmeno quello. Con istallazioni video/audio gli artisti Vito Acconci, Sheba Chhachhi, Masbedo, Nikos Navridis, Farid Rahimi hanno dato forma e forza al respiro. Declinando in arte dall'anima al soffio, passando per il vento e arrivando alla vita, il cui punto di partenza è scandito proprio dal primo respiro. Ma dopo il caso Englaro anche il respiro ha perso un po' il suo valore vitale. Un articolo della collega Chiara Lalli era intitolato «Eluana, la vita non è solo respiro». Anche il respiro può non bastare.
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