In provincia di Padova caccia ai finti operatori sanitari con il tampone anti-contagio

L’allarme del sindaco di Rovolon Sinigaglia: «Fate attenzione ai truffatori che bussano  alle abitazioni delle persone anziane spacciandosi per incaricati della Regione»

ROVOLON. Sciacalli in azione sul territorio per fare leva sulla paura del coronavirus e raggirare soprattutto le persone anziane, nonché quelle in difficoltà? Nella tarda mattinata di venerdì, il sindaco Maria Elena Sinigaglia ha pubblicato sul suo profilo Facebook un avvertimento rivolto a tutti i concittadini: «Attenzione: iniziano già a farsi avanti gli avvoltoi del coronavirus», ha esordito nell’avviso incorniciato da sei vistose “x” rosse, «Finti operatori dell’Usl chiedono di andare a fare i tamponi agli anziani su ordine urgente della Regione. Segnalate al 112 casi sospetti», ha concluso il sindaco di Rovolon.

Ovviamente il post divulgato via social dalla prima cittadina ha scatenato da parte dei lettori numerosi commenti. Tante sono state anche le condivisioni al messaggio. Raggiunta al telefono, Sinigaglia che per gli anziani ha istituito il numero 353.3061142 attivo 24 ore su 24, ha detto di aver ricevuto dalla polizia locale la segnalazione sulla presunta iniziativa di personaggi per niente raccomandabili.

«Può essere che gli sciacalli», ha dichiarato il sindaco, «abbiano sentito la voce che la Regione voglia fare i tamponi, e questi individui senza scrupoli abbiano cominciato a telefonare a persone anziane, magari spacciandosi per incaricati regionali o dell’Usl, dichiarandosi pronti a passare a domicilio per effettuare il tampone. Sui tamponi non c’è niente di ufficiale dalla Regione, sono solo voci».

Da parte loro, i vigili urbani non trascurano nessuna ipotesi compresa quella che la calata degli sciacalli sul territorio abbia le caratteristiche della bufala. Potrebbe essere infatti, solo una delle fake news messe in giro approfittando della particolarissima situazione generata dall’epidemia virale che costringe tutti a rimanere a casa, ma anche uno dei classici problemi che una calamità si trascina dietro.

In questi casi, serve il contributo di tutti quanti per stroncare sul nascere bieche iniziative orchestrate dai soliti malintenzonati contro i soggetti più deboli.

«Abbiamo informato gli amministratori dei comuni, perché il nostro centralino ha ricevuto varie telefonate per segnalare questo problema», afferma il comandante della polizia locale Retenus Fabio Ferrigioni, «ma non siamo riusciti a individuare la zona. Riceviamo tantissime chiamate e siamo molto impegnati, ma in perlustrazione non abbiamo trovato tracce di questi malintenzionati». —


 

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