In trecento dentro al ristorante di sushi, chiuso un locale a Padova
Polizia e Finanza era stati chiamati domenica per assembramenti all'esterno: ma dentro la situazione era peggiore: la capienza era di 130 persone per le norme anti Covid. Stop per cinque giorni e multa

PADOVA. Trecento clienti allo Yama Sushi di via Venezia, come se non ci fosse una pandemia in corso. È la sconcertante scoperta fatta dalla polizia domenica pomeriggio. Il locale è stato chiuso cinque giorni e la titolare, una imprenditrice cinese, multata.
Il controllo
Domenica pomeriggio, intorno alle 14.30, nel corso dei servizi di controllo sull’osservanza della normativa anti-Covid, polizia e guardia di finanza hanno intercettato questa situazione-limite.
C’erano molti clienti ammassati davanti all’ingresso, alcuni dei quali si sono allontanati all’arrivo delle pattuglie, mentre tanti altri sono rimasti in coda asserendo di aver prenotato anticipatamente il tavolo.
«All’interno del locale la situazione era davvero caotica», spiegano i poliziotti. Nonostante la capienza del locale ammettesse al massimo 130 persone, gli agenti hanno registrato la presenza di almeno 300 clienti, molti dei quali già seduti ai propri posti e altri in piedi in attesa di occupare un tavolo.
I dipendenti
Gli equipaggi della Squadra volante, della Divisione amministrativa, insieme ai militari della Guardia di Finanza, hanno quindi dato inizio alla verifica, con le relative conseguenze. Hanno identificato 41 persone tra responsabili e dipendenti, presenti tra la sala e le cucine: due di questi sono stati denunciati in quanto irregolari sul territorio nazionale.
Altro capitolo riguarda le posizioni lavorative e l’intera posizione fiscale dell’attività commerciale, che saranno oggetto di un accertamento specifico da parte delle fiamme gialle.
I provvedimenti
In base a tutte le irregolarità rilevate, la Questura di Padova ha provveduto a notificare alla titolare del ristorante orientale, una venticinquenne cinese, l’ordine di chiusura immediata dell’attività per 5 giorni. Ma c’è anche una sanzione amministrativa di 400 euro per l’inosservanza dei limiti di capienza imposti all’esercizio pubblico e per il mancato rispetto del distanziamento necessario tra gli avventori, come invece prevede la normativa in vigore. —
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