In vendita l’Abbazia di Spineto gioiello dal cuore veneto

di Anna Sandri
Vale 23 milioni di euro questo piccolo pezzo d’Italia ammirato e conosciuto in tutto il mondo. Un borgo nel cuore più bello della Toscana, nella Val d’Orcia, carico di storia, circondato di bellezza, abitato perfino - forse, si dice - da un fantasma di donna rimasto intrappolato nei suoi sotterranei. Sogno in realtà inestimabile, e però realizzato, di un imprenditore padovano che aveva lasciato il Veneto per lanciarsi, poco meno di 30 anni fa, in questa avventura professionale e in un nuovo capitolo della sua vita. Il sogno finisce con lui: Franco Tagliapietra è morto lo scorso dicembre in un incidente di caccia, inciampando mentre passeggiava nella sua tenuta con il fucile in mano e il guardacaccia poco lontano; un colpo era partito, e gli era stato fatale. Aveva 84 anni.
Ora il suo gioiello, l’Abbazia di Spineto, è in vendita; l’agenzia internazionale che la tratta, e che ha appena aperto una filiale in piazza Duomo a Padova, non fa mistero sul prezzo, che si spiega con quello che Spineto porta in dote. A cominciare dall’anno di costruzione, meticolosamente indicato nell’annuncio: 1085. Ed ecco allora 3 mila e 800 metri quadrati di corpo centrale, più altre 5 mila distribuiti in 11 casali, ognuno con piscina privata e per un totale di 98 camere, altri tremila mq tra foresteria, scuderie, magazzini e officina. E ancora 12 ettari di terreno di “brado controllato” per allevare i maiali dell’antichissima razza Cinta Senese; 800 ettari di terreno come riserva di caccia esclusiva, caprioli, cinghiali, fagiani. Un allevamento di cavalli con 21 fattrici e uno stallone. Antiche cantine e moderne cucine, una sala per banchetti e una splendida limonaia completano l’esclusività dell’offerta, dice l’agenzia. Tutto questo lo aveva ristrutturato e fatto crescere Tagliapietra assieme alla compagna Marilisa Cuccia e al figlio Nicolò.
Era la loro casa e non era mai diventata un albergo; veniva affittata a gruppi, che arrivavano dall’Italia e dall’estero, per convegni e riunioni; la più famosa, almeno per il nostro Paese, quella del 2013 quando Spineto era stata scelta da Enrico Letta per inaugurare i lavori del suo governo appena insediato. «Ognuno paga per sé» aveva fatto sapere Letta, e così sul prezzo del soggiorno era rimasto il segreto. Poche foto erano circolate: l’arrivo sotto la pioggia (con consenguente raffreddore di gruppo) e il twitter a conclusione dei lavori, sotto il sole.
Marilisa Cuccia aveva mantenuto tutta la riservatezza possibile sulla due-giorni; si era limitata a dire che la tenuta portava fortuna. Cosa che le sorti del governo Letta, con il senno di poi, non avrebbero confermato.
Spineto deve il suo nome ai rovi che, un tempo coprivano l’altura. È un abbazia Vallombrosana, con il cui ordine era diventata un punto di riferimento per la Toscana del sud. Prima era stata posta sotto la protezione di Orvieto (1120), poi sotto la Repubblica di Siena fino alla sua caduta e al suo inserimento nel Ducato Mediceo di Firenze. Nel 1627 Papa Urbano VIII l’aveva tolta all’ordine Vallombrosano l'abbazia di Spineto per affidarla a quello Cistercense e lì era rimasta fino alla sua soppressione nel 1783. Dal 1830 l’abbazia era diventata di privati, fino ad arrivare a Tagliapietra. Titolare a Padova della ditta di elettrodomestici Fanton, aveva vissuto a villa Pacchiarotti con la moglie e i due figli, Enrico e Nicola. La tragica fine del primo, nel 1978, aveva cambiato radicalmente la sua vita.
Con la nuova compagna aveva rilevato Spineto, ne aveva fatto un gioiello. Un impegno imprenditoriale pesantissimo, con il quale aveva restituito bellezza e prestigio al luogo trasformandolo in uno dei borghi più belli d’Italia.
Quale destino per Spineto e la sua Abbazia? L’agenzia alla quale la trattativa è affidata è internazionale; la Toscana sul mercato estero non ha bisogno di presentazioni. Potrebbe finire nelle mani di investitori provenienti dai Paesi dove in questo momento è più forte la voglia d’Italia e la capacità di comprarla: arabi, russi, gli stessi che un pezzo alla volta stanno comprando, ad esempio, Forte dei Marmi, giusto per restare in Toscana.
Difficile che in mani che non siano quelle del suo fondatore, Spineto possa mantenere la sua caratteristica di ritiro esclusivo. Potrebbe diventare un residence o un albergo, sia pure con un numero impressionante di stelle.
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