Incendio Grenfell Tower: fu sbagliato l’ordine di restare dentro

L’ordine di restare barricati («stay put» in inglese) previsto dalle istruzioni anti-incendio fissate dagli amministratori per gli inquilini della Grenfell Tower di Londra, il grattacielo residenziale popolare andato a fuoco l’anno scorso, fu un elemento fatale, concausa della morte almeno di un certo numero delle 72 vittime di quel rogo micidiale, tra le quali Gloria Trevisan di Camposampiero e il fidanzato Marco Gottardi, di San Stino (insieme nella foto). Lo sostiene un rapporto illustrato ieri a Londra dall’esperta Barbara Lane dinanzi alla commissione indipendente d’inchiesta istituita dal governo britannico sulla scia delle polemiche esplose dopo la tragedia. Quella scelta, fondata su valutazioni della tenuta delle porte ignifughe rivelatesi gravemente fallaci, fu «in effetti un errore», ha detto Lane inaugurando l’ultima fase delle udienze della commissione (dopo le testimonianze delle settimane scorse di sopravvissuti e familiari) a 10 giorni dal primo anniversario del disastro. «Un’evacuazione tempestiva dell’edificio, ordinata entro mezz’ora dall’allarme, sarebbe stata necessaria» e molto più appropriata, ha proseguito l’esperta, pur ammettendo che «non era una decisione facile da prendere» in quella situazione.
Non è il primo elemento inquietante che viene fuori dalle indagini. Nei giorni scorsi il documento, realizzato da Muslim Aid, una delle organizzazioni prodigatesi in prima fila nell’aiuto alle vittime, ha accusato l’amministrazione locale di aver risposto in modo «gravemente deficitario» all’emergenza e di non aver dato prova di «leadership» nel coordinamento dei soccorsi al palazzo in fiamme.
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