Incontri gay, ricatta il partner e si fa consegnare 42 mila euro

GALZIGNANO TERME. Dopo alcuni incontri sessuali a pagamento aveva iniziato a ricattare il partner occasionale, minacciando di svelare il suo orientamento sessuale e riuscendo a farsi pagare, estorcendoli, dal giugno 2015 ad oggi, ben 42 mila euro. Alla fine la vittima, un trentenne dell’area collinare che vive con i genitori, è andato dai carabinieri della stazione di Galzignano a raccontare tutto. La sua denuncia è finita sul tavolo del pm Roberto D’Angelo nell’ottobre scorso. Sono scattate le indagini. Al termine i carabinieri della Compagnia di Abano hanno eseguito l’arresto di Simone Fasolo, 28 anni, originario della provincia di Latina e residente a Padova, celibe, nullafacente, incensurato, per il reato di estorsione aggravata e continuata. La richiesta di farlo finire in cella l’ha firmata il Gip Cristina Cavaggion, che ha accolto la richiesta del magistrato. Tutto era iniziato nel 2015 quando la vittima e quello che diventerà il suo ricattatore hanno una serie di incontri sessuali a pagamento. Fasolo inizia a chiedergli soldi, inizialmente a titolo di prestito con le più disparate motivazioni e con promessa di restituzione. La vittima, in più riprese, gli consegna 5 mila euro. Dopo qualche tempo, e precisamente dal momento in cui l’estorto manifestava espressamente di non voler più effettuare alcun pagamento, l’odierno arrestato iniziava ad affrontare in maniera sempre più aggressiva e ossessiva il ragazzo, con minacce consistite nel fatto che avrebbe rivelato a terzi i loro pregressi rapporti. Tutti avrebbero saputo che era omosessuale. Scosso ed intimorito, il malcapitato effettuava, a più riprese, all’estorsore dei versamenti di importo variabile, fino alla somma complessiva di 37.000 euro. Fasolo seguiva una sua tecnica, tempestava di telefonate la vittima e gli mandava anche cento messaggi al giorno, via Whatsapp, nel cellulare. Un incubo. Il giovane, è stato costretto ad accendere un mutuo di 10.000 euro per fare fronte alle richieste sempre più insistenti dell’estorsore. La vittima si accorgeva, inoltre, che era stato addirittura creato illegittimamente un suo profilo Facebook sul quale erano state “postate” pesanti frasi denigratorie con riferimenti al suo orientamento sessuale. Infine Fasolo, di recente, minacciava di morte la sua vittima e i suoi genitori. A Fasolo ieri mattina sono stati sequestrati un personal computer e due telefoni cellulari di interesse investigativo.
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