Indennità al rettore È Padova la più generosa

Il “numero uno” del Bo incassa 96 mila euro annui in aggiunta allo stipendio A Milano 93 mila euro, ma la busta paga è più alta. A Bologna solo 18 mila euro
Di Silvia Quaranta
BARSOTTI - INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO
BARSOTTI - INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO

Nessun taglio, per ora, alle indennità dei vertici universitari. La relativa voce del bilancio, che ha scatenato l’ira dei sindacati, è di 1 milione e 200 mila euro, che secondo Confsal, Cisal e Cisl potrebbero essere risparmiati per altri utilizzi. Anche perché, segnalano i sindacati, «l’indennità percepita da rettore del Bo è forse la più alta in Italia». La maggior parte degli atenei rende noti i salari dei dipendenti, consultabili online alla voce “amministrazione trasparente”, Padova ancora no. Il rettore, Giuseppe Zaccaria, ha però pubblicato il suo stipendio (circa 100 mila euro) e indennità (96 mila). Nell’ambito del milione ci sono: i gettoni di presenza (180 euro) per le sedute del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione (rispettivamente 27 e 10 membri, più il rettore); alcuni compensi non meglio identificati e infine le indennità: di fatto un secondo stipendio, percepito da alcuni docenti in virtù dei ruoli di rappresentanza che ricoprono.

Tutte le indennità. La quota più alta spetta al rettore, Giuseppe Zaccaria. Dietro il lui il prorettore vicario Franco Gnesotto, che presumibilmente (così accade in altri atenei) percepisce un’indennità pari al 50% di quella del rettore: circa 48 mila euro. Ci sono poi nove prorettori (Gianfranco Bilardi, Silverio Bolognani, Armando Gennaro, Daniela Lucangeli, Alessandro Martin, Rino Rumiati, Piero Ruol, Guido Scutari e Giuseppe Stellin), che secondo una vecchia delibera avrebbero diritto a 7.000 euro ciascuno. Come loro anche i delegati ai vari settori (cultura, sicurezza, sport), una trentina in tutto. Cifre inferiori, probabilmente tra i mille e i 3 mila euro, spettano infine al nucleo di valutazione, ai revisori dei conti, ai direttori di dipartimento e di centro. Il confronto con altre università è inclemente. A Milano i più ricchi, 93 mila euro. Gianluca Vago, rettore della Statale (60 mila iscritti, come il Bo) è il più ricco d’Italia: la sua indennità è pari a 93.380 euro. Poco meno rispetto a quella di Zaccaria, ma nel suo caso si somma ad uno stipendio di 143 mila euro annui. La trasparenza è massima: ha pubblicato tutto, perfino il 730 in copia scannerizzata. Con i suoi 107 mila studenti, La Sapienza di Roma è la più grande università italiana, oltre che una tra le maggiori in Europa. Per amministrarla Luigi Frati percepisce un’indennità di poco superiore ai 54 mila euro. Ben meno, in proporzione, del rettore di Pisa, Massimo Augello. A fronte di 50 mila iscritti, guadagna 56 mila euro di aggiuntina a fine anno. All’Alma Mater di Bologna (77 mila studenti) e all’Università di Firenze (50 mila) i rettori più economi: Alberto Tesi e Massimo Augello percepiscono “appena” 18 mila euro ciascuno. Oltre allo stipendio da ordinari, s’intende.

«Servono tagli». Tutti bonus, secondo i sindacati padovani, da eliminare o drasticamente ritoccare. Tanto più, commentano, che «i professori universitari con cariche negli organi di ateneo hanno un carico didattico ridotto, eppure continuano a percepire lo stesso stipendio. In più, ricevono un’indennità aggiuntiva». «Questa situazione», insistono Confsal, Cisal e Cisl, «è immorale rispetto alla situazione generale del Paese». Inaccettabile poi, secondo i sindacati, «la sproporzione fra il reddito dei vertici dell’ateneo e il personale tecnico e amministrativo». La goccia che ha fatto traboccare il vaso, infiammando l’animo dei dipendenti, è stato l’ultimo consiglio di amministrazione: «Per permettere il mantenimento di queste spese esagerate» spiegano «l’ateneo risparmia sugli stipendi del personale dipendente. Nel giorno in cui il Cda deliberava un’integrazione di retribuzione per l’ex Direttore Generale di 16.000 euro, respingeva al contempo l’erogazione di compensi di produttività a 2.200 dipendenti. Parliamo di circa 400 euro, lordi, ciascuno».

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