Infarto a 40 anni, muore in fabbrica

Tragedia verso le 13.30 nello stabilimento della “Bfr Meccanica” di Cessalto
De Polo - Dino Tommasella - S. Stino - Nicolini Simone (foto dal profilo Facebook della moglie)
De Polo - Dino Tommasella - S. Stino - Nicolini Simone (foto dal profilo Facebook della moglie)

PADOVA. Tragedia verso le 13.30 di ieri nello stabilimento cessaltino della “Bfr Meccanica”, azienda che si occupa di lavorazioni meccaniche di precisione. Simone Nicolini, operaio 40enne originario di Padova ma residente da qualche tempo a La Salute di San Stino di Livenza (Venezia), è morto dopo aver accusato un malore.

È caduto a terra da qualche metro mentre stava lavorando su un macchinario all’interno dello stabilimento che si trova nella zona industriale di Cessalto. Toccata terra, non si è mai più rialzato. La caduta gli ha procurato una ferita non grave alla testa, ma nonostante questo per lui ormai non c’era nulla da fare.

La caduta è stata provocata da un improvviso malore, pare un infarto. Gli operai che lavorano al suo fianco in quel momento hanno subito chiamato i soccorsi: un elicottero del Suem 118 si è alzato in volo. Giunto sul posto, il personale del Suem ha praticato per lunghissimi minuti il massaggio cardiaco sul corpo del 40enne nel tentativo di salvargli la vita, ma gli sforzi sono stati inutili. Alcuni medici dell’Usl 2 sono arrivati in un secondo momento, ma non hanno potuto fare altro che dichiarare la morte dell’operaio 40enne.

La notizia della scomparsa è stata data solo dopo qualche ora: prima, i carabinieri di Cessalto e quelli di San Stino hanno dovuto attendere che le due figlie dell’uomo tornassero da scuola per raccontare anche a loro la tragedia di cui loro padre era stato sfortunato protagonista. Verso le 15.30, anche i tecnici dello Spisal sono entrati nel capannone della Bfr per eseguire un sopralluogo, ma non sembra che ci siano responsabilità imputabili alla ditta. Anche se la sirena di fine turno era suonata alle 14, tutti gli operai che stavano lavorando con Simone hanno atteso almeno un’ora per abbandonare il proprio posto di lavoro. Chi usciva aveva gli occhi rossi, poca voglia di parlare e il vuoto nel cuore.


 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova