Influenza intestinale, mezza città a letto con febbre e mal di pancia

PADOVA. Se lo sono ritrovato sotto l'albero, un regalo tanto inatteso quanto sgradito. Un virus intestinale che sta mettendo ko mezza città: nella “tre giorni” di festività - vigilia, Natale e Santo Stefano - sono stati oltre cinquanta i padovani che hanno bussato alla porta del pronto soccorso dell'azienda ospedaliera di Padova, tutti con gli stessi sintomi: febbre, forti dolori crampiformi all'addome, più o meno accompagnati da nausea, vomito e diarrea.
Dati alla mano, a fronte di questo numero di accessi, per di più in un “tranquillo” periodo festivo, gli esperti hanno deciso di alzare il sipario sulla stagione influenzale 2012/2013, anche se in questo caso il virus influenzale non c’entra e il fenomeno in corso pare sia solo un’anteprima. Bersagli preferiti, stomaco ed intestino. Un piccolo disastro di fronte a tavole imbandite, cene pantagrueliche e pomeriggi scanditi da assaggi di panettone, pandoro e torrone. Effetto collaterale, vacanze rovinate. Gli aspiranti pazienti di via Giustiniani, a fronte di mal di pancia da Guinness dei primati, prima hanno fatto buona autocritica, poi, con una temperatura corporea in costante aumento e crampi insopportabili, si sono riversati nel reparto d'urgenza diretto da Franco Tosato e Gianna Vettore.
In pronto soccorso sono stati accolti, curati e quindi rispediti a casa. I buoni consigli non sono mancati: dall'assumere liquidi in caso di episodi di diarrea e vomito, alla somministrazione di farmaci antispastici per fermare i crampi. Poi le parole che mai si vorrebbe sentir pronunciare durante le feste: «Vietato affaticare lo stomaco. Niente cibi pesanti: solo alimenti leggeri e digeribili». Nonostante il gran numero di pazienti con sintomi gastrointestinali, lo staff di Tosato e Vettore non ha ricoverato nessuno, i casi sono stati trattati durante la permanenza in reparto.
Forte la preoccupazione prima di essere visitati: l'overdose di cibo di questi giorni ha, se possibile, peggiorato ancor di più i sintomi, che hanno l'unico pregio di sparire nell'arco di 24 o 36 ore (a fronte però di un digiuno quaresimale). In pronto soccorso hanno registrato un'impennata di influenze intestinali, ma non solo. Mentre in città si facevano largo i festeggiamenti, il reparto d'urgenza ha lavorato a pieno ritmo: complici le chiusure per le festività degli ambulatori dei medici di famiglia, in molti hanno scelto di non interpellare i loro sostituti, ma di presentarsi in pronto soccorso. Ieri il lavoro di medici, infermieri e operatori socio-sanitari è stato frenetico: non sono stati registrati particolari disagi, ma gli accessi hanno superato di gran lunga la soglia di una normale giornata festiva. Il picco degli utenti, in tarda mattinata.
Tanti gli accessi appropriati, ma non sono mancati nemmeno i pazienti che lamentavano sintomi che avrebbe potuto risolvere senza particolare difficoltà il medico di famiglia. In pronto soccorso non rispediscono nessuno al mittente, ma resta la raccomandazione di non intasare il reparto, a scapito dei casi realmente gravi o urgenti.
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