Ingegnere operato al cervello mentre suona la sua pianola

Il dottor Lorenzo Volpin, padovano, è direttore del reparto di neurochirurgia all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Il suo repertorio professionale comprende l’applicazione, confortata da notevoli successi, di una serie di tecnologie innovative della chirurgia del cervello sia negli interventi endovascolari che quando si tratta di asportare un tumore. Straordinaria l’operazione a paziente sveglio (awake surgery) effettuata mentre il giovane, un ingegnere informatico di 33 anni, appassionato di musica, suonava la pianola.
Le mani accarezzano i tasti e sul monitor compaiono echi luminosi e macchie di colore nell’area cerebrale che sovrintende all’attività musicale. È il paziente, quindi, a far da guida al bisturi, allontanandolo da zone del cervello “eloquenti” demandate alla parola, alla mobilità, all’attivazione dei terminali nervosi che comandano le note musicali. L’operazione dura 7 ore. Il paziente non è soggetto passivo, ma componente attivo del team che sta lavorando dentro il suo cervello. Alla fine un’ondata di emozioni investe l’équipe. Il male è sconfitto, il glioma che si annidava all’interno del lobo temporale destro è asportato.
Un’altra tecnologia innovativa applicata da Volpin riguarda l’aneurisma. L’aneurisma può bloccare uno dei grandi vasi delle coronarie o insinuarsi nella rete della circolazione cerebrale. Si può rimuovere l’ostacolo e riparare la lesione inserendo dei microcateteri più sottili di un capello in grado di risalire il torrente ematico attraverso le vene. Il microcatetere permette di dislocare degli stunt, minuscole retìne. Gli stunt isolano l’aneurisma e rimuovono l’ostacolo alla circolazione del sangue.
Quali altri elementi innovativi sono stati messi in opera?
«Nel quadro della robotica chirurgica applicata ai tumori cerebrali c’è l’irradiazione diretta sulla parte del cervello messa a nudo, affetta da neoplasia. L’intervento eleva a potenza l’efficacia dell’applicazione chimica».
Chi dirige l’orchestra? Chi coordina il team in un intervento chirurgico al cervello?
«Un’operazione chirurgica al cervello dura di media circa 7 ore, a parte l’azione diretta con il bisturi per rimuovere il cancro; chi dirige l’operazione resta seduto al computer su cui sono tracciate le coordinate che localizzano la malattia messe in rilievo con immagini chiare dagli esami della Risonanza Magnetica e della Tac. Il medico a cui spetta questo compito di orientamento dispone anche del microscopio, strumento essenziale in operazioni di neuromicrochirurgia. A tutta l’équipe sono richieste anche doti di resistenza fisica. Chi è al posto di comando, il pilota della neuronavigazione, ha bisogno di assoluta concentrazione per mantenere per ore un contatto visivo. È un esercizio impegnativo che richiede doti di attenzione. Una grande novità è la Risonanza Magnetica cerebrale funzionale. Ha la specificità di individuare le zone cerebrali in base alla funzione che svolgono. Ne risulta una mappatura del cervello per funzioni, una sorta di carta geografica cerebrale. Si individuano, per esempio, le aree demandate alla motricità o al linguaggio. E’ chiaro che nell’operazione chirurgica di asportazione della parte malata, la collocazione delle funzioni deve essere ben chiara».
«Nel processo di individuazione della parte malata il colore che appare sul monitor ha un’importanza fondamentale. Ciò si ottiene con una sostanza che ha caratteristiche di fluorescenza e che sprigiona una luce blu. Si chiama acido amminolevulinico e si fissa all’emoglobina. La sua assunzione colora di rosso la parte malata che è fortemente vascolarizzata, mentre la parte sana appare di colore bianco. Ciò permette una precisione micrometrica nella rimozione del tumore”.
Le potenzialità e le funzioni di un organismo come il cervello sono straordinarie. Viene definito organo “tutto potente”. Che ne pensa?
«Il cervello pesa in media poco meno di 1500 grammi. E’ composto da 100 miliardi di cellule nervose (neuroni) e da altrettante cellule di supporto (cellule gliali). Dal neurone partono centinaia di migliaia di connessioni (sinapsi). La tecnologia ha messo a disposizione dei ricercatori strumenti che permettono di capire il funzionamento del cervello come la Risonanza Magnetica Nucleare e la Tomografia ad emissione positronica. In una persona che guarda o che muove le mani si attiva una parte del cervello che sembra accendersi. Il cervello è in grado di rimaneggiare i circuiti neuronali sulla base dell’esperienza. Il cervello, da cui partono tutti gli stimoli nervosi che provocano il dolore in qualsiasi parte del corpo malata, con la funzione cruciale di campanello d’allarme, è immune al dolore, lo si può toccare con un dito senza suscitare alcuna sensazione. Questa peculiarità consente le operazioni chirurgiche a paziente sveglio».
« Nel caso del paziente musicofilo è stata necessaria una sedazione preliminare per superare le barriere, queste sì dolorose e fortemente innervate, del cuoio capelluto e delle meningi. Ma poi è stato risvegliato nella fase di asportazione del glioma. Ha suonato la pianola, gli sono state fatte muovere le gambe, ha risposto a delle domande. Ciò ci ha consentito di individuare tutte le zone “eloquenti” e di effettuare l’operazione nella più completa sicurezza».
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