Ingoia un ovulo di cocaina: finisce in sala operatoria

Giovane marocchino con 6 grammi di droga nello stomaco accusa un malore. Ricoverato d’urgenza, è stato sottoposto a un intervento. E poi denunciato

PADOVA. Ingoia un ovulo di cocaina e rischia di morire di overdose, perché l’involucro pieno di droga si blocca nello stomaco. È stata necessaria un’operazione chirurgica per salvare un ventinovenne di origini marocchine con vari precedenti penali per droga.

L’allarme

Sono stati i suoi amici a dare l’allarme, quando si sono resi conto che i dolori che lamentava all’addome non passavano. Il giovane è stato caricato in un’ambulanza del Suem 118 e ha dovuto dire a medici e infermieri cosa aveva fatto poco prima, cioè che aveva ingoiato un sacchettino di nylon pieno di cocaina. La tecnica è molto diffusa tra chi deve trasportare droga. I rischi sono chiaramente elevatissimi.

Indagano i carabinieri

Immediata la segnalazione ai carabinieri da parte dell’ospedale, nel segnalare il paziente con la dose di cocaina bloccata nello stomaco. Il ventisettenne è stato sedato e condotto in sala operatoria, dove un chirurgo è riuscito a estrarre il sacchettino con la droga. I medici hanno estratto un doppio imballo con 11 dosi di cocaina, 6 grammi in totale. La droga è stata consegnata ai militari dell’Arma, che ora stanno svolgendo tutti gli accertamenti del caso.

Denunciato

Il ventinovenne marocchino è stato denunciato ma ora i militari stanno cercando di capire da dove provenisse la cocaina e, soprattutto, a chi fosse destinata. Il suo telefono cellulare è stato sequestrato e sarà oggetto di ulteriori accertamenti, come per esempio nomi e numeri dei contatti più recenti.

Il fenomeno

Un’indagine del 2014 dei carabinieri del comando provinciale di Padova ha dimostrato come gli “ingoiatori” venissero pagati 400 euro a viaggio: Marocco-Italia in aereo con la pancia piena di ovuli contenenti olio di hashish. Quattrocento euro per mandare giù almeno cento sacchetti da 10 grammi ciascuno, ma chi più riusciva a ingoiarne di più, più guadagnava. Con il rischio (mortale) che un ovulo si rompesse. Lo raccontò in lacrime ai carabinieri una delle donne fermate nel gruppo composto da una ventina di corrieri.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova