Inquinamento da polveri sottili, Padova è la peggiore nel Paese
Il report Mal’aria redatto da Legambiente. Per portare i livelli di PM10 in linea con le richieste europee, la città dovrebbe limitare la rispettiva media annuale di PM10 nell’aria del 37%

Nelle ben poco lusinghiere classifiche del report Mal’aria redatto da Legambiente, riferite ai dati dell’anno scorso, il Veneto ricopre un ruolo da protagonista, o quasi.
Lo è quando si parla delle città che per più giorni hanno sforato il limite previsto per il PM10: dopo Frosinone (70 giorni) e Torino (66), si colloca infatti Treviso (63 giorni). E poi, dopo una parentesi lombarda, ci sono subito Padova e Venezia, entrambe con 62 giorni “fuori”.
E, sopra i 50 giorni di sforamento, troviamo anche Rovigo, Verona e Vicenza. Insomma, l’unica città capoluogo che si salva è Belluno.
Va ancora peggio quando si guarda alle città con i valori medi di PM10 più elevati. Qui il podio è tutto veneto: Padova, Vicenza e Verona. Di più: dopo un’altra piccola parentesi lombarda – Cremona, quarta – torniamo subito nella nostra regione, con Venezia, Rovigo e Treviso.
E con il PM2.5 la situazione non migliora, visto che la città più inquinata d’Italia è ancora Padova, seguita da Vicenza e Treviso.
Mentre il Veneto è assente dalla top ten delle città più inquinate dall’NO2. È soltanto una piccola consolazione, per una delle regioni con i livelli di inquinamento dell’aria più elevati del Paese.
Si pensi che, per portare i livelli di PM10 in linea con le richieste dell’Europa, le città di Padova, Verona e Vicenza dovrebbero limitare la rispettiva media annuale di PM10 nell’aria del 37%, Venezia del 35%, Treviso e Rovigo del 34%.
E servirebbe uno scatto persino maggiore, quando si parla di PM2.5: in questo caso, la riduzione dovrebbe essere del 58% per Padova, del 57% per Vicenza, del 53% per Treviso e del 49% per Verona.
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