Insulti e minacce alla convertita all’Islam a giudizio cinquantenne di Borgoricco

Su Facebook era stata bollata come «quadrupede asinina». E poi altri insulti come «Razzista schifosa, corri a frignare alla Digos» oppure «Come al solito la Olivetti razzista tenta di impedire la...

Su Facebook era stata bollata come «quadrupede asinina». E poi altri insulti come «Razzista schifosa, corri a frignare alla Digos» oppure «Come al solito la Olivetti razzista tenta di impedire la democrazia a chi non si piega ai suoi capricci». Nel mirino Silvia Layla Olivetti, una donna di Marghera che si è convertita all’Islam, ha fondato il Movimento per i diritti dei musulmani in Italia e ha dato voce al suo percorso religioso attraverso un libro e in televisione. Per quegli insulti sul social network, in due sono finiti davanti alla giudice per l’udienza preliminare Marta Paccagnella. Andrea Bonaventura, 49 anni di Borgoricco e Luca Ferrari, tassista milanese di 48 anni, entrambi accusati di diffamazione aggravata dalla discriminazione per motivi religiosi. Ieri la gup ha deciso il rinvio a giudizio per Bonaventura – il processo si aprirà il 3 aprile davanti al tribunale monocratico, a difendere l’imputato l’avvocato Carlo Costantini – mentre Ferrari, difeso dall’avvocato Achille Gentilcore, è stato condannato a 7 mesi di reclusione.

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