Intercantieri Vittadello deve 7 milioni al Fisco

Ancora una stangata per la Intercantieri Vittadello Spa di Limena. Un mese dopo l’inchiesta sulle tangenti all’Anas arriva la mazzata dell’Agenzia delle Entrate. L’impresa che per anni ha cannibalizzato le gare d’appalto in tutto il Nordest deve al Fisco 7 milioni di euro. Al termine di una verifica durata quasi un anno i finanzieri del comando provinciale di Padova hanno ricostruito il “sistema” fiscale che ha consentito alla società di non dichiarare ricavi per 25 milioni di euro.
L’accertamento fiscale
Per dodici lunghi mesi gli uomini delle fiamme gialle hanno analizzato conti e bilanci nella sede di via Pierobon 46. E hanno scoperto tutte le irregolarità relative al periodo che va dal 2012 al 2015. Sono irregolarità contabili, escamotage grazie a cui chi si occupa dei bilanci riusciva a spostare costi e ricavi da un esercizio all’altro. Facendo salire i costi e assottigliando i ricavi riuscivano a “snellire” anche l’imponibile su cui poi viene calcolata l’Ires (imposta sul reddito delle società). Con questo giochetto contabile, nei tre anni esaminati, Vittadello è riuscito a non dichiarare 25 milioni di ricavi. L’imposta non versata ammonta a 7 milioni ed è questa la cifra che ora contesterà l’Agenzia delle Entrate. A questo punto l’azienda potrà scegliere tra due strade: pagare il conto ottenendo una riduzione delle sanzioni aggiuntive previste oppure attivare un contenzioso.
L’inchiesta per tangenti
A metà marzo scorso un’indagine della Guardia di finanza ha scoperchiato il “marciume diffuso” all’Anas di Roma. Diciannove persone sono state arrestate, tutti dirigenti, funzionari e imprenditori titolari di appalti di opere pubbliche. In questa melma sguazzava anche Sergio Vittadello, 78 anni, titolare della Intercantieri Vittadello Spa. È accusato di aver pagato due mazzette: una da 30 mila euro e l’altra da 130 mila euro al direttore dell’Anas Antonella Accroglianò.
In questo sistema di appalti pilotati e favori pagati a peso d’oro si era insinuato perfettamente l’uomo che è l’anima della Intercantieri Vittadello di Limena: l’imprenditore Sergio Vittadello. I rapporti con il vertice dell’ente li teneva direttamente. Partiva da Padova e trascorreva a Roma anche settimane intere per portare avanti le contrattazioni e stringere gli accordi strategici. Per eludere i meccanismi di verifica e attivare una procedura di accordo bonario con l’Anas, per esempio, ha dovuto pagare 30 mila euro a favore del direttore Accroglianò. Bazzeccole, se confrontati con i 130 mila euro versati in varie tranche per assicurarsi l’appalto della Statale 268 del Vesuvio.
Grazie alle intercettazioni ambientali i militari delle Fiamme gialle hanno ascoltato le loro conversazioni e filmato i loro movimenti. Li hanno sentiti mentre parlavano in codice di “farmacie” e “medicine”, quando in realtà parlavano dei loro affari sporchi e dei soldi che servivano per scavalcare i concorrenti onesti.
Impresa di riferimento
Sergio Vittadello è stato un imprenditore di riferimento per numerose grandi opere eseguite (o da eseguire) in Veneto: la Valdastico, il Passante di Mestre, il nuovo Centro congressi di Padova e il multisala Cinecity di Limena solo per citarne alcune. Un uomo capace di stringere alleanze con esponenti politici di tutte le correnti.
La Vittadello è impegnata anche nella ricostruzione post terremoto a L’Aquila: oltre a molti condomini privati ha anche rilevato le commesse della milanese Gdm, che si è aggiudicata la ricostruzione del Palazzo di giustizia nel capoluogo abruzzese. Gli effetti dell’inchiesta e ora l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate rischiano di mettere in serio pericolo l’attività dell’azienda.
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