Interporto di Padova, FdI smentisce Bitonci: «Valutiamo prima di dire no»

Previsto il voto in consiglio comunale sulla gara per cedere il 70% dell’attività terminalistica. Sabatino: «Noi stiamo sempre dalla parte delle imprese». Qualche crepa anche nel centrosinistra

Claudio Malfitano
Una delle gru all'Interporto di Padova
Una delle gru all'Interporto di Padova

«Il centrodestra resti unito, mettendo al centro l’interesse delle imprese e dei cittadini. Abbiamo le nostre osservazioni, ma il progetto Interporto va valutato seriamente. Se la Lega è contraria allora esca dalla maggioranza in Provincia». È la voce di Luigi Sabatino per Fratelli d’Italia a rispondere all’uscita del sottosegretario leghista (ed ex sindaco) Massimo Bitonci che nei giorni scorsi ha bocciato senza appello la vendita del 70% dell’attività terminalistica di Interporto. Un’operazione che sarà sottoposta stasera – probabilmente a notte inoltrata – al voto del consiglio comunale.

La spaccatura a destra

La cessione di un asset rilevante dell’economia padovana frutterebbe 59 milioni di euro, in parte da investire nella riconversione green della zona industriale e in parte come plusvalenza per i soci pubblici (Comune, Camera di commercio e Provincia). Per Bitonci però si tratta di «cessione di sovranità logistica».

Una posizione su cui però la Lega è divisa: nel cda di Interporto infatti siede un’esponente leghista come Luisa Serato (più vicina all’area di Roberto Marcato) che ha dato il suo via libera all’operazione. Sulla posizione di Bitonci però si attesta il consigliere (e vicepresidente di minoranza) Ubaldo Lonardi, che punta sulla mancanza di un dibattito pubblico sul tema: «Giordani non può svilire il consiglio a mero constatatore di decisioni prese nell’ufficio del direttore di Interporto e validate in Camera di commercio, è fuori da ogni logica democratica», afferma. Dubbioso sembra anche il capogruppo della lista Peghin, Davide Meneghini: «Siamo preoccupati per il rischio di perdita di controllo pubblico su una infrastruttura strategica, per la scarsa chiarezza su asset e valutazioni patrimoniali».

Fratelli d’Italia – come evidenziato da Sabatino – appare invece più possibilista su un voto favorevole (o meglio non contrario, magari con un’astensione) all’operazione: «Ma ci teniamo mani libere sul terzo voto, quello vincolante dopo l’esito della gara – afferma – La gara deve prevedere una clausola di salvaguardia che consenta alle istituzioni pubbliche di non dare seguito alla cessione qualora non emergano garanzie sufficienti. Le proposte andranno valutate in base alla proposta economicamente più vantaggiosa e non sulla base della volontà politica del centrosinistra di fare semplicemente cassa, svendendo i gioielli di famiglia».

Il centrosinistra scricchiola

Se il centrodestra è spaccato, il centrosinistra non se la passa meglio. Al di là dell’apparente compattezza di Pd, Azione e Coalizione civica sul via libera alla gara per la cessione dell’attività terminalistica, emergono perplessità sui tempi e la trasparenza dell’operazione. È probabile che anche qualche consigliere della maggioranza stasera chieda al sindaco un «supplemento d’indagine» e dunque un rinvio del voto.

Intanto si alza la voce di alcuni comitati: «La vendita al privato delle attività logistiche declassa Interporto ad una società meramente immobiliare dedita alla manutenzione e locazione di magazzini – spiega Nicola Lovisatto di Urbanistica e contesto, comitato che ha sempre criticato da sinistra le scelte della giunta – Negli anni tanti capitali pubblici sono stati investiti nelle infrastrutture di Interporto. A questo punto è chiara la mancanza di un progetto di sviluppo della zona industriale che veda il pubblico come protagonista».

«È un progetto importante che potrà garantire una espansione a Interporto – è la risposta del capogruppo del Pd Gianni Berno – L’entrata di un player privato potrà garantire nuovi investimenti di un ente che è già ben posizionato e solido ma che deve stare in un mercato sempre più competitivo. Alla Lega che parla di sovranità logistica, evidenziamo che dovrebbe ben sapere che gran parte dei terminal portuali italiani sono già in mano a operatori terminalistici internazionali».

Infine il capogruppo dem mette in chiaro che il voto di stasera non sarà quello definitivo: «Appena ci sarà l’esito della gara e l’indicazione del potenziale partner, ci sarà il passaggio definitivo. C’è tutto il tempo per valutare appieno il progetto che verrà a delinearsi». 

 

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