Invalido dopo l’incidente non ha di che vivere

Una vita a ostacoli fatta di lutti, rapporti incrinati, dentro e fuori dalle comunità. Poi, quando il peggio sembra passato, un incidente che ti costringe a imparare da zero a parlare, mangiare, scrivere. È il percorso di Marco Venturini, 45 anni vissuti tutti in salita.

Marco ora è senza casa, campa con una pensione di invalidità da poche centinaia di euro. L’unica sua roccia è Angela Margeanu, compagna conosciuta nel 2012 all’associazione Murialdo dove erano ospiti. E che oggi lotta per veder riconosciuti i suoi diritti. «Marco è stato abbandonato da sua madre che, dopo l’incidente che lo ha lasciato con profondi deficit cognitivi, gli ha fatto firmare una procura notarile in cui rinunciava all’eredità del padre. Il risultato? Siamo senza casa, viviamo in albergo e presto saremo per strada» racconta la donna.

Marco è nato e cresciuto in Prato della Valle. A 15 anni ha perso il padre, pochi anni dopo la sorella gravemente malata. La madre si è rifatta una vita e Marco poco più che ventenne si è trovato a passare da una comunità all’altra. L’incidente a ottobre 2015 lo ha costretto a mesi di ospedale e anni di riabilitazione e cure costose. Con un avvocato hanno ottenuto la revoca della procura notarile e un amministratore di sostegno. Le difficoltà però non sono finite: «Un confronto con la madre è stato impossibile, l’abbiamo citata in giudizio e non si è presentata all’udienza». La legge ha i suoi tempi, ma i problemi economici rimangono. —

Serena De Salvador

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