"Io, praticante sfruttato per un commercialista con la Porsche"

Padova, la denuncia di un laureato: «Lavoro da 13 mesi, mai visto un soldo. E lui a Natale alle Maldive»

PADOVA. Salari d’ingresso bassi o sotto media, tirocinanti sfruttati, stage non retribuiti, neolaureati che vengono utilizzati per mansioni non adeguate ai loro titoli di studio.

«Perito elettronico stagista? Vai a lavare i pavimenti»
19/11/2015 Rotterdam, studenti metalmeccanici degli istituti Albeda e Zadkine collaborano con le officine nella zona del porto di Rotterdam. Un nuovo rapporto dice che gli operai specializzati come falegnami, elettricisti e idraulici sono sempre più scarsi. RDM Rotterdam è la vetrina di innovazione della zona del porto di Rotterdam, dove la tecnologia è resa visibile in modo attraente attraverso la sinergia di imprese, università, istrusione e ricerca.

L’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani sembra sempre più difficile. La crisi e la mancanza di occupazioni certamente non aiutano gli under 30 ad affacciarsi ad un contesto sempre più rigido e sempre meno flessibile. E così la disoccupazione cresce e il malcontento dei giovani pure, tanto che sempre più frequentemente le nuove leve decidono di emigrare all’estero.

Invia un curriculum a Posteitaliane, lo chiamano come portalettere. L'amarezza del laureato

Da noi le possibilità sono poche, poco stimolanti, mal retribuite o addirittura non retribuite per nulla. Un esempio tra tutti è il caso di un ventiseienne padovano, neolaureato con lode alla facoltà di Economia Ca’ Foscari di Venezia, che da 13 mesi lavora come praticante in un grosso studio di commercialisti in città senza percepire il becco di un quattrino, neppure un minimo rimborso spese. «Mi reputo sicuramente fortunato rispetto a molti miei coetanei che faticano a trovare lavoro, ma dietro tutto ciò si nasconde il fatto che sto lavorando come volontario da più di un anno, rimettendoci i soldi dell’autobus e del vestiario che ho dovuto comprare per recarmi in ufficio. Solo che il volontariato mi piacerebbe farlo per dei bisognosi, non per un professionista che la mattina arriva in studio sulla sua nuova Porsche e il Natale lo trascorre alle Maldive».

In una foto d'archivio una ragioniera lavora ad un modello 730 nell'ufficio di un commercialista a Pisa. ANSA / STRINGER
In una foto d'archivio una ragioniera lavora ad un modello 730 nell'ufficio di un commercialista a Pisa. ANSA / STRINGER

Si sfoga così il giovane, a cui molti potrebbero rispondere di cambiare lavoro. Della serie, chi te lo fa fare? «Il punto è che io voglio lavorare e ancor più imparare, ma soprattutto non rischiare di perdere questo posto con la più che probabile difficoltà di trovarne un altro. Però credo che dopo più di un anno il mio lavoro qualcosa valga, per quanto poco. La legge, purtroppo, sembra consentire tutto ciò, avendo reso obbligatoria la retribuzione dei tirocini solo per le professioni non regolamentate da ordini. La domanda che io mi pongo è se sia normale che io debba trascorrere 10 ore al giorno in ufficio senza poi potermi permettere neanche una pizza nel weekend. A 26 anni vorrei potermene andare di casa, magari insieme alla mia ragazza, ma evidentemente dovrò fare la figura del bamboccione ancora per un bel po’».

Se in un’azienda uno stagista, o praticante, o tirocinante deve essere pagato per legge almeno 400 euro al mese, lo stesso non vale per le libere professioni. L’avvocato, il commercialista, l’architetto e così via non hanno alcun obbligo di retribuire i propri praticanti. D’altra parte gli ordini d’appartenenza hanno inserito nel loro regolamento deontologico alcune direttive specifiche. L’articolo 37 del Codice deontologico dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, ad esempio, è molto chiaro su questo punto: “Sin dall’inizio del periodo di tirocinio, il professionista dovrà concordare con il tirocinante un rimborso spese forfettario. Inoltre il professionista non mancherà di attribuire al praticante, il cui apporto sia di rilevante valore e utilità per lo Studio, somme, a titolo di borsa di studio, per favorire ed incentivare l’assiduità e l’impegno nell’attività svolta”.

Nel caso del giovane praticante padovano che ha deciso di scrivere al mattino è chiaro che lo studio per cui lavora, non pagandogli neppure le spese, non rispetta quella che è una norma deontologica.

«Il giovane potrebbe fare un esposto all’ordine, segnalando la situazione», ha detto il presidente dei commercialisti padovani, Dante Carolo. «Mi sembra un caso isolato, di solito i praticanti vengono retribuiti, almeno per quel che riguarda le spese. Questo caso infatti va contro la filosofia che portiamo avanti come ordine. Recentemente abbiamo anche istituito un rimborso spese per chi fa la pratica in tribunale».

Giovani che non sono retribuiti neppure delle spese e giovani che lo sono, ma molto poco. A parlare è l’ammontare dei salari minimi in ingresso. Escludendo le partite Iva, questi sono gli stipendi che percepisce in media un giovane che si affaccia al mondo del lavoro: 400 euro per stage e tirocini, 1.141 euro nel settore dell’abbigliamento, 1.233 euro nell’alberghiero, 1.420 euro negli alimentari e così via. «Ovviamente le aziende cercano di sfruttare i tirocini, che possono durare massimo 6 mesi e che sono legati al numero dei dipendenti», ha spiegato Giuliano Gazzea dell’ufficio paghe dell’Ascom. «È ovvio che il tirocinio dovrebbe poi portare a un inserimento, se questo non avviene l’ente che ha proposto il tirocinio ne dovrebbe chiedere conto all’azienda, mentre il tirocinante dovrebbe denunciare il fatto all’ispettorato del lavoro».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lavoro

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova