Iov, oggi il tumore al seno è curabile senza chemio

Padova fa un passo in avanti nel campo delle terapie oncologiche personalizzate. I ricercatori dell’Istituto Oncologico Veneto stanno mettendo a punto una nuova terapia ormonale per curare il tumore al seno. Sette donne su 10 sono riuscite a sconfiggere la malattia senza bisogno di chemioterapia, evitando quindi i pesanti effetti collaterali.
Tutto merito di un nuovo farmaco bersaglio che colpisce il cuore delle cellule malate, inibendone la moltiplicazione. Come un puzzle, la molecola del farmaco una volta all’interno del corpo va alla ricerca del suo complementare nella cellula tumorale e poi si aggancia. Cambiando forma cambia anche la natura e il risultato è che la crescita del tumore è rallentata. Il protocollo, coordinato dal professor Pierfranco Conte, prende in considerazione i tumori denominati “HER2+” con recettori ormonali positivi, uno specifico sottotipo di tumore al seno. Esistono infatti 4 famiglie molto diverse l’una dall’altra che seguono percorsi di cura differenziati. Nonostante lo studio sia solo all’inizio, i risultati fanno ben sperare. «Abbiamo cominciato nel maggio 2014, concluderemo in aprile 2016, e solo allora potremo disporre di dati definitivi riguardanti circa 80 casi» dichiara Pierfranco Conte. «Ma pensiamo di essere sulla strada giusta».
Allo studio, di cui è capofila l’Istituto Oncologico Veneto, partecipano anche l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’ospedale Sant’Anna di Ferrara, l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, il Santa Chiara di Pisa e l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino). «Il nostro lavoro si basa sulla strategia di cura del cancro che oggi domina tutta la ricerca: classificare le malattie cancerose a seconda delle loro caratteristiche molecolari e genetiche per trovare la terapia più adatta e meno invasiva contro ciascuna di esse» aggiunge Conte. «Una volta individuato il tipo di tumore e quindi messo a fuoco l’obiettivo preciso delle terapie, dobbiamo cercare quali sono le sostanze e le tecniche più efficaci evitando al contempo quelle non necessarie e pesanti da sopportare per la paziente. In questo studio, dunque, noi abbiamo concentrato l’attenzione su uno dei due tipi di cancro al seno considerati più aggressivi: l’HER2+ con HR+, cioè quello con recettore HER positivo e recettore ormonale positivo, che rappresenta l’8% di tutte queste neoplasie. Sul totale delle pazienti coinvolte, circa i due terzi sono risultate trattabili in questo modo. E sul 70% di queste ultime possiamo parlare di successo terapeutico». In molti casi a 5 mesi dall’inizio della nuova terapia in compresse le cellule cancerose sono scomparse.
Elisa Fais
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