Ipotesi per Villa Maran Esclusa la sede dell’Usl ora si punta ai privati

CAMPOSAMPIERO
Dove un tempo dormiva e viveva uno dei venti Savi del Senato della Repubblica di Venezia, nonché ambasciatore a Corfù, Zuanne da Mosto, oggi volano e nidificano i piccioni. Stride l'illustre passato storico e di nobiltà veneziana di villa Maran con la decadenza e lo stato di abbandono in cui versa oggi l'immobile, vicino alla chiesa di San Marco.
La villa, dal 1999 di proprietà dell'Ulss 15, ora Euganea 6, era destinata ad ospitare la direzione dell'ospedale ma nulla è stato realizzato del progetto iniziale ed oggi giace, preda della vegetazione e dei volatili, in attesa di conoscere la propria sorte. «Credo che il destino di villa Maran, oggi come oggi, non possa più essere prerogativa di un ente pubblico. Confidiamo che questo bene storico ed artistico importante per Camposampiero possa essere recuperato da investitori privati e perciò ci stiamo adoperando per rendere l'area più appetibile» spiega il sindaco Katia Maccarrone. L'area in questione è quella del parcheggio di via Cosma sulla quale nelle scorse settimane è scaduto il Piano di riqualificazione urbanistica e ambientale approvato nel 2005. «Ricordo bene il piano approvato all'unanimità dal consiglio - aggiunge il sindaco che allora era consigliere. Quella decisione ci consente oggi di avere il nuovo distretto De Rossignoli», la nuova viabilità a sud dell'ospedale e l'area ospedaliera unificata, anche se restano ancora cose da fare. Purtroppo le previsioni su via Cosma si sono rivelate sovradimensionate ed irrealizzabili. Oggi con il privato proprietario (il gruppo edile Vilnai ndr) stiamo cercando una soluzione meno impattante e che possa valorizzare il complesso di villa Maran».
Del restauro di villa Maran se ne era occupato nel 2007, l'architetto Bruno Stocco, su incarico dell'allora dg dell'Ulss Francesco Benazzi. «Avevamo condotto uno studio storico e progettuale pensando al complesso di villa Maran come possibile sede della direzione Ulss e della Federazione dei Comuni» ricorda oggi Stocco. «L'obiettivo era quello di recuperare anche l'area verde antistante la villa dove c'era il viale di ingresso con le colonne e mi auguro che la struttura originale possa tornare a rivivere». Dallo studio di Stocco emerge che, dopo le faIl miglie Da Mosto, Bragadin e Maran, l'industriale di Vigevano Cesare Bonacossa, nel 1910, avviò nelle adiacenze una filanda. Successivamente, il Sindacato agricolo cooperativo padovano, poi Consorzio agrario, utilizzò il complesso per le proprie attività di commercio, trasformando la villa in un condominio, con all'interno sei unità i, dove c'erano i saloni, gli affreschi e le stanze dei nobili veneziani.––
Francesco Zuanon
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